Livingston appesa a un filo In 500 senza stipendio

CARDANO AL CAMPO Il futuro della Livingston è legato a un filo. «Un filo molto sottile», dichiara Gialuigi Argiolas, segretario della Filt Cgil di Varese: «L’ottenimento di una linea di credito da parte della banche e il compenso della cassa integrazione a breve termine, perché 500 lavoratori non restino senza più un soldo per altri 5- 6 mesi, visto che già da due sono senza stipendio». Sono queste le due richieste che le organizzazioni sindacali porteranno all’attenzione

del neo ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani, domani mattina.
E’ dunque la provincia di Varese con il “caso Livingston” a bussare per prima alla porta del ministero appena affidato a Romani. «Chiederemo di farsi carico di un problema assolutamente serio e importante. Di fornire un corrispettivo della Cassa e di sollecitare le banche a finanziarie il mantenimento della compagnia aerea». Delle due manifestazioni di interesse a rilevare il vettore di base a Malpensa, una sola potrebbe concretizzarsi entro domani. E su quella sono concentrate le speranze della compagnia aerea e dei suoi 500 dipendenti (senza contare i lavoratori dell’indotto, dalle pulizie al catering) tutti residenti in Brughiera. «Qui si tratta di mantenere in piedi una compagnia», annota con forza Argiolas chiamando in causa la politica e le istituzioni. «Ci auguriamo di avere una concreta manifestazione di interesse da parte del ministero e lavoreremo in tal senso. Serve un’attenzione molto, ma molto alta. E ci domandiamo dove siano la provincia di Varese e la regione Lombardia: stanno a guardare? Stanno a guardare per una questione di metodo o cosa? Il trasporto aereo si sta sbriciolando e va riequilibrato. Cosa aspetta il governo per intervenire?».
Azzurra o Volare con i loro 1.000 e più dipendenti sono un ricordo ancora fresco e sanguinante delle ferite aperte a Malpensa. E 500 famiglie con il fiato in gola per un futuro incerto già oggi, non sono una questione di piccolo cabotaggio. «Sposteremo la protesta in aeroporto se nulla di buono accadrà», assicura il segretario della Filt varesina. «Venerdì i lavoratori hanno fermato l’occupazione solo dopo aver saputo dell’incontro concesso dal ministro Romani. Ci auguriamo arrivi un solido aiuto concreto lunedì». Il giorno dopo, martedì 12, l’appuntamento sarà con il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, per la richiesta della Cassa integrazione speciale a 500 dipendenti Livingston.
Intanto nella sede della compagnia, in via Giovanni XXIII a Cardano, regna il più assoluto silenzio. Nessuno è al lavoro, a parte una giovane donna alla scrivania nell’ingresso. Gli aerei non volano. Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, ha sospeso il Coa, il certificato di operatore aeronautico a Livingston dal prossimo 14 ottobre. I passeggeri in giro per il mondo vengono riprotetti. La situazione è esplosiva. Ma il direttore commerciale e marketing della compagnia Marco Mancinelli vuole pensare soltanto positivo: «Sarà un arrivederci a presto, il nostro. Le trattative in corso sono concrete e cercheremo di garantire l’asset dell’azienda. La nostra posizione sul mercato è seria. Livingston è una forza nel panorama aereo per efficienza, sicurezza, attenzione al passeggero, ottimi rapporti con i tour operator. Lavoreremo sul rilancio di questa compagnia».
Non uno slogan, ma una seria dichiarazione di volontà: «Non abbiamo alcuna intenzione di demordere», dice a voce alta Mancinelli. «Domani (oggi, ndr) si terrà il cda e presenteremo il nostro piano industriale e il nostro programma per riprenderci il più in fretta possibile». Nel futuro ci sarebbe, come del resto c’era già, il lungo raggio. «Noi siamo un vettore di linea e charter», vanta Mancinelli. Cuba, il Kenya, Santo Domingo, Cancun, non possono restare soltanto mete da ricordare, in casa Livingston. Dopo il duro colpo assestato dal fallimento de «Il Ventaglio», si tratta ora di superare le prossime ore per uno spiraglio che potrebbe aprirsi settimana prossima.
Alessandra Pedroni

s.bartolini

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