VARESE La Fondazione Gualtiero Marchesi e il Comune ci riprovano: si incontreranno questa settimana per rivedere il progetto teso a trasformare Villa Mylius nell’università del gusto. Il grande chef di fama internazionale, infatti, non ha rinunciato al sogno di portare la sede della sua Fondazione nella villa che i Babini Cattaneo donarono all’amministrazione nel 2007. Un immobile che dispone di numerose sale adatte a ospitare laboratori di cucina e degustazione. Unica pecca, la mancanza di un auditorium di 300 posti dove svolgere lezioni e organizzare eventi a base di musica e piatti da gourmet. La Soprintendenza era stata categorica: no agli ampliamenti. Ma – ed è notizia dell’ultima ora – l’intenzione è quella di trovare un “compromesso”.«Si tratterebbe di realizzare una struttura larga circa 15 metri e lunga 20 metri, non più alta della villa e completamente nascosta dalla stessa perché realizzata
sul retro. Un intervento di questo tipo non andrebbe a stravolgere nulla – spiega il sindaco Attilio Fontana – Lasciare un immobile chiuso, invece, costituisce sicuramente un problema perché si rovina». Ieri il sindaco Attilio Fontana e gli architetti Valeria Marinoni e Massimo Figlioli ci hanno accompagnato in un sopralluogo all’interno della villa. I locali si stanno mantenendo in buone condizioni ad accezione di qualche intonaco che si sta scrostando e di qualche tessera del pavimento a mosaico che è saltata via. «Tra i rischi maggiori c’è il ghiaccio che spacca le tubature aprendo la strada alle perdite di acqua» precisa Marinoni. Senza auditorium sarebbe difficile salvare la villa, per quello si sta cercando una soluzione che possa andare bene alla Soprintendenza. Forse, scegliendo i materiali giusti, sarebbe possibile costruire una struttura compatibile dal punto di vista estetico e tipologico con l’edificio esistente.
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s.bartolini
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