Lo psichiatra che abusò della paziente: il giudice boccia il patteggiamento, «pena incongrua rispetto alla gravità dei fatti»

Il medico sessantottenne aveva chiesto due anni con pena sospesa e un risarcimento di 10mila euro.
Il gup rifiuta l’accordo: «Abuso grave e manipolazione psicologica su una persona fragile».

Aveva approfittato delle fragilità di una sua paziente, la aveva circuìta e poi abusato di lei. Lo psichiatra, un uomo di 68 anni, sperava di chiudere la vicenda con un patteggiamento a due anni di reclusione (pena sospesa) e un risarcimento di 10mila euro concordato tra il suo legale, l’avvocato Tiziano Roncoroni, e la procura. Ma il giudice dell’udienza preliminare Stefano Colombo ha rifiutato l’accordo, definendolo incongruo rispetto alla gravità delle condotte contestate.

Accogliendo la richiesta della legale della parte offesa, l’avvocata Milena Ruffini, il gup ha trasmesso gli atti al presidente della sezione penale Giuseppe Fazio, che provvederà ora alla riassegnazione del fascicolo a un nuovo giudice.

La voce della vittima: «Tradita da chi avrebbe dovuto proteggermi»

La donna, oggi cinquantenne, aveva affidato la propria fragilità al terapeuta, convinta di potersi fidare. In una lettera indirizzata al giudice — letta in aula dalla sua avvocata — ha raccontato il dolore di quella ferita:

«È difficile spiegare quanto sia devastante sentirsi tradita da chi avrebbe dovuto curarti e proteggerti. Da quel momento non sono più stata la stessa persona».

Quando lo psichiatra seppe che la paziente aveva raccontato quanto accaduto, cercò di contattarla per offrirle prima colloqui gratuiti “a vita”, poi 2.500 euro come risarcimento “da investire con un nuovo psichiatra”. Ma la donna ha rifiutato, spiegando nella sua lettera:

«Oggi non chiedo vendetta, ma giustizia. Voglio che questo dolore venga riconosciuto per ciò che è stato e che nessun’altra donna debba passare ciò che ho passato io. Anche chi è fragile merita rispetto e tutela».

Il danno psichico: «Trauma complesso e disturbo post traumatico da stress»

Per sostenere l’opposizione al patteggiamento, l’avvocata Ruffini ha depositato la relazione della psichiatra forense Stefania Zeroli, che ha diagnosticato un trauma relazionale complesso e un disturbo post traumatico da stress:

«Il danno psichico ha determinato un indebolimento permanente della capacità mentale della persona, evidente nella compromissione duratura delle relazioni interpersonali e nella difficoltà di ricevere trattamenti terapeutici efficaci. La prognosi è di impossibilità di recupero totale».

«Abuso professionale e manipolazione psicologica»

Secondo la consulente, lo psichiatra avrebbe posto in essere avances sessuali durante le sedute, fino a coinvolgere la paziente in rapporti intimi, sfruttando la sua vulnerabilità.

«Si è trattato di un abuso professionale e di una manipolazione psicologica in un contesto di inferiorità psichica», scrive Zeroli.
«Il tradimento del rapporto fiduciario e la violazione della deontologia medica hanno aggravato la sofferenza della donna e compromesso in modo irreversibile il suo percorso terapeutico».

Il futuro del processo

Ora il fascicolo passerà a un nuovo gup, che potrà decidere se accogliere un nuovo patteggiamento con pena più severa, ammettere il rito abbreviato o disporre il dibattimento.

Quest’ultima ipotesi, quella del processo a porte aperte, rischierebbe però di riaprire ferite profonde e creare disagio a tutte le parti coinvolte.

La donna, intanto, chiede solo una cosa: che la giustizia riconosca la verità e il dolore subiti.