Lo sguardo e le parole di sempre

Ci conforta lo sguardo, che è lo stesso con cui ci aveva guardato quel giorno là. Ivan Basso aveva appena ricevuto la telefonata del suo avvocato e insieme la notizia più brutta: due anni di squalifica, una mazzata che avrebbe buttato giù chiunque ma non lui. Con quello sguardo lui ci aveva soffiato una promessa: «Tornerò a vincere, non è finita qui». Ci confortano le parole, che sono

le stesse che ci avevano detto quel giorno là. Ivan Basso aveva appena firmato il suo contratto con la Liquigas, stava per iniziare un’avventura nuova che però era anche un salto nel buio mica da ridere. Lui ci aveva confidato una certezza: «Riparto da zero, e non chiedevo altro». Sguardi e parole che si sono rincorsi ancora una volta, questa volta: «Vado alla Tinkoff, è un nuovo inizio».

Noi non lo sappiamo cosa succederà stavolta: se quello sguardo e quelle parole si trasformeranno in qualcosa di grande, se l’atleta Ivan Basso avrà ancora la forza di raccontare qualche bella storia. Sappiamo che nel suo libro è stata girata una pagina e ora, penna in mano, c’è un foglio bianco sul quale provare a scrivere qualcosa d’altro. Sappiamo che la carriera di Basso non si poteva chiudere così, con questi tre anni oggettivamente brutti nei quali Ivan è andato troppo piano per essere lui: e che tutti quanti – lui per primo ma non solo lui – avevamo bisogno di qualcos’altro, di un saluto diverso, di qualche altra emozione.

Si è detto e scritto tanto, sul ruolo che Ivan avrà con la sua nuova maglia: alfiere di Contador, braccio destro e mentore di Majka, papà dei giovani corridori e fratello maggiore di Sagan. Noi, per il momento, non ci facciamo domande in questo senso: perché sarà bello scoprire senza saperlo prima, senza aspettarsi nulla. Abbiamo dentro un paio di

certezze, e con quelle diventiamo grandi. La prima: Ivan pensa di non essere un corridore finito, e il fatto che troppa gente attorno a lui sia convinta del contrario non fa altro che rafforzare la sua certezza e la sua voglia. La seconda: senza il peso di quei galloni da capitano caricati sulle spalle, lui pedalerà molto più leggero.

Abbiamo un’immagine in testa, ce l’abbiamo solo noi ma presto la vedranno tutti: ed è l’immagine di Ivan davanti a tutti, in salita, che ci prova. L’ultima vittoria di Basso non è ancora stata raccontata, perché ci siamo tenuti le parole più belle per la prossima volta. E quei sorrisetti ironici, vedrete, si spegneranno: non sarebbe la prima volta. Francesco Caielli

© riproduzione riservata