“Lobby nera”, il caso non esiste più: archiviata definitivamente l’inchiesta su Fidanza e altri

L'indagine di Fanpage aveva fatto molto rumore alla vigilia delle ultime elezioni politiche. Il gip di Milano Alessandra Di Fazio, nei giorni scorsi ha disposto l'archiviazione, come chiesto dalla Procura, dell'inchiesta per finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio a carico, tra gli altri, dell'eurodeputato di Fratelli d'Italia

MILANO – Si chiude definitivamente il caso della presunta “lobby nera”, scaturito dall’indagine giornalistica di Fanpage, svolta con un cronista “inflltrato”, anche su presunti fondi per la campagna elettorale di Fratelli d’Italia per le amministrative milanesi dell’ottobre 2021. Il gip di Milano Alessandra Di Fazio, infatti, nei giorni scorsi ha disposto l’archiviazione, come chiesto dalla Procura, dell’inchiesta per finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio a carico, tra gli altri, dell’eurodeputato di Fdi Carlo Fidanza.


Un fascicolo che era a carico di otto persone, tra cui anche l’eurodeputato della Lega Angelo Ciocca, il consigliere lombardo del Comitato Nord Massimiliano Bastoni, la consigliera comunale milanese di Fratelli d’Italia Chiara Valcepina e Roberto Jonghi Lavarini, detto “il barone nero”. Tutti archiviati dal giudice, che ha accolto la tesi del pm Giovanni Polizzi.


“Pur essendo emersi elementi che inducono il sospetto del ricorso a finanziamenti illeciti”, aveva scritto il pm, tra cui “le affermazioni”, nei video di Fanpage, di Fidanza e Roberto Jonghi Lavarini, “e la consegna della valigia che avrebbe dovuto contenere il denaro”, ossia il noto caso del trolley (dentro c’erano copie della Costituzione e libri sull’Olocausto), “le risultanze” dell’inchiesta “non hanno restituito riscontri convergenti e concludenti” per “sostenere l’accusa in giudizio”.
All’esito degli accertamenti della Gdf, aveva segnalato la Procura nell’istanza di archiviazione del gennaio 2023, “bisogna concludere nel senso dell’insussistenza delle ipotesi di reato formulate, perché dalle indagini svolte non sono emersi elementi in grado di confermare quanto emerso dai video”. Stesse conclusioni a cui è arrivato il gip.


Le affermazioni di Fidanza e Jonghi nei video dell’indagine giornalistica, spiega ancora il pm, “sul sistema di riciclaggio e illecito finanziamento ai partiti” non hanno “trovato riscontro nelle indagini svolte sull’attività del commercialista” Mauro Rotunno, anche lui indagato e ora archiviato e che, “a dire dei due, avrebbe dovuto avere un ruolo chiave”. Parrebbe, scrive il pm, “trattarsi di un progetto futuro rimasto ancora in fase iniziale nel momento in cui sono subentrate le indagini”.
Non sono emerse, poi, “operazioni sospette, che possano far pensare a denaro destinato ai conti delle campagne elettorali”. E’ sembrata, però, scriveva il pm, “verosimile una cancellazione di messaggi in seguito alla diffusione della notizia nell’ambito della trasmissione ‘Piazzapulita’”, che mandò in onda i video dell’inchiesta giornalistica.


Sul caso del trolley, poi, viene spiegato che è tecnicamente un “reato impossibile”, poiché il denaro in quella valigetta non ci sarebbe mai stato “perché non era nell’intenzione del giornalista finanziare effettivamente le campagne elettorali”, ma era tutta una “messa in scena”.
Tra gli indagati archiviati anche Lali Panchulidze, presidente dell’Associazione culturale internazionale ecumenica cristiana Italia Georgia Eurasia e Riccardo Colato, esponente di Lealtà Azione.