L’obolo dei manager della sanità «Il sostegno al partito? Volontario»

Nuova bufera sulla sanità lombarda: spunta anche l’obolo dei manager nominati ai partiti a cui fanno riferimento. «È la prassi – sottolinea – le nomine politiche si fanno in tutte le Regioni». «Ho contribuito a sostenere la Lega Nord perché ci credo, ma a me nessuno mai ha chiesto un euro» fa sapere , già direttore dell’Asl di Varese.

I direttori generali versano seimila euro all’anno, i direttori sanitari, sociali e amministrativi tremila: sono gli importi dei “contributi volontari” richiesti ai manager della sanità “in quota Lega”.

Lo si apprende in una mail del dicembre 2011, in cui il direttore generale dell’Asl di Mantova comunica l’Iban della sede di Milano del Carroccio ai parigrado delle aziende ospedaliere San Paolo, Icp, Besta e Areu a Milano, di quelle di Treviglio, Chiari, Garbagnate, Como, Lecco, Lodi e Gallarate (allora la dg era , fedelissima di , oggi assessore alla Famiglia) e delle Asl di Milano, Monza, Bergamo, Como, Cremona, Pavia, Valcamonica e Varese.

L’allora direttore dell’Asl di Varese Pierluigi Zeli non ricorda di aver ricevuto una mail simile da Borelli: «Ricevo centinaia di mail, ma non ricordo questa – racconta – In ogni caso sono assolutamente trasparente. Nessuno mi ha mai chiesto di versare un euro alla Lega. Io, invece, ho versato dei contributi. Perché? Perché ci credo, non certo perché qualcuno me lo abbia imposto. La mail è del 2011? Ho dato un contributo al partito anche prima. Anche prima di iscrivermi, quando era primario altrove». Zeli, oggi direttore generale al prestigioso istituto neurologico Besta di Milano, non capisce dove stia lo scandalo.

«Sono contributi che tutti i partiti ricevono. I costi devono essere sostenuti, parliamo tanto di taglio dei finanziamenti pubblici e quando un privato cittadino, dichiarandolo, contribuisce ad una causa in cui crede con denaro suo ci scandalizziamo? Mi pare ipocrita. Io ho dato contributi alla Lega Nord. Lo dichiaro tranquillamente e non certo per avere qualcosa in cambio come si vuole sottintendere, ma perché mi identifico nel movimento e voglio sostenerlo».

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