MILANO – Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione che mira a garantire continuità e stabilità ai finanziamenti destinati ai Comuni di confine, utilizzando le risorse generate dai lavoratori frontalieri per sostenere servizi, infrastrutture e progetti di sviluppo locale. L’iniziativa è considerata cruciale per preservare l’equilibrio economico e sociale nelle aree maggiormente coinvolte dalla mobilità transfrontaliera.
La mozione, presentata da Silvana Snider e condivisa dal Presidente della Commissione Territori montani Giacomo Zamperini, richiama l’attuazione dell’Accordo Italia–Svizzera del 23 dicembre 2020, ratificato nel 2023, e sottolinea l’importanza di un confronto costante tra Regione Lombardia, Governo e amministrazioni locali. Tra i punti principali, viene ribadita la necessità di garantire un contributo statale annuo di 89 milioni di euro ai Comuni italiani di confine, come previsto dall’articolo 9 della Legge n. 83/2023, destinando le maggiori entrate dei ristorni all’incremento del Fondo istituito dalla stessa legge. L’obiettivo è rafforzare le infrastrutture locali e sostenere le remunerazioni nette dei lavoratori residenti nei territori di confine.
Il documento chiede inoltre la definizione di criteri chiari e certi per la distribuzione del Fondo, coinvolgendo Regione Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, la Provincia autonoma di Bolzano e i Comuni interessati, al fine di evitare disparità e garantire una programmazione coerente.
«Regione Lombardia è sempre stata attenta alle politiche di frontiera – ha dichiarato Silvana Snider –. Con questa mozione vogliamo assicurarci che le risorse derivanti dai lavoratori frontalieri siano realmente destinate a servizi, infrastrutture e comunità locali, rafforzando coesione sociale ed economia dei Comuni di confine».
Giacomo Zamperini ha sottolineato il ruolo centrale della Lombardia nei rapporti transfrontalieri, evidenziando la necessità di strumenti concreti e di una gestione equilibrata e sostenibile delle risorse. «La mozione rappresenta un passo fondamentale per valorizzare le risorse disponibili e sostenere progetti strategici», ha aggiunto.
A sostegno del provvedimento si sono schierati anche Emanuele Monti e i consiglieri di Fratelli d’Italia Romana Dell’Erba e Luigi Zocchi, che hanno ribadito l’importanza di consolidare le risorse provenienti dal nuovo regime fiscale dei frontalieri e destinarle a progetti di sviluppo economico e sociale.
Il dibattito non è stato privo di critiche: il Partito Democratico, rappresentato da Samuele Astuti e Angelo Orsenigo, ha contestato la scelta di non destinare ai Comuni il surplus dei ristorni 2026, giudicandola una decisione politica che riduce l’impatto delle risorse sui territori. I consiglieri PD hanno anche sottolineato la mancata consultazione con Anci e Acif, definendola un’occasione persa per una posizione condivisa.
Altri interventi durante la discussione sono arrivati da Giuseppe Licata di Forza Italia, che ha auspicato un «fronte comune» sul tema, e dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle Angelo Orsenigo e Paola Pollini, contribuendo a una discussione ampia e articolata sul futuro dei fondi per le aree di confine.













