Lombardia: verso una sanità di prossimità tra ospedale e territorio

Il convegno LIUC mette in luce le best practices per la presa in carico delle cronicità e l’integrazione socio-sanitaria.
PNRR, DM77 e telemedicina guidano la trasformazione del modello lombardo.

L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche stanno imponendo all’Italia una trasformazione profonda del sistema socio-sanitario. In Lombardia, terra storicamente orientata verso un modello ospedale-centrico, il ritorno alla prossimità e alla cura sul territorio non è più un’opzione, ma una necessità strategica: serve a rendere sostenibile il sistema e, soprattutto, a migliorare la qualità della presa in carico dei cittadini.

L’esperienza della pandemia, unita alla spinta del PNRR, ha accelerato la costruzione di una nuova architettura dell’assistenza, fondata sull’integrazione stretta tra ospedale e territorio. È in questo scenario che mercoledì 3 dicembre la LIUC di Castellanza ospiterà il convegno “Best Practices Socio-Sanitarie in Regione Lombardia: misurare per innovare”, promosso dall’Osservatorio PERFORMA della Business School.

L’appuntamento metterà in luce i progetti più innovativi presentati dalle Direzioni Socio-Sanitarie di 25 ASST lombarde e da ATS Insubria, iniziative nate in risposta alle richieste del DM 77/2022, che ha ridisegnato il ruolo delle strutture territoriali e formalizzato la necessità di un sistema integrato e continuativo.

Il ruolo di PERFORMA: misurare per trasformare

«Il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento nella misurazione delle performance organizzative in ambito sanitario e socio-sanitario», spiega Emanuele Porazzi, direttore dell’Osservatorio PERFORMA.
L’Osservatorio ha supportato la stesura e la valutazione di 40 progetti innovativi, con un approccio scientifico che coinvolge direttamente professionisti e strutture, misurando l’efficacia delle iniziative già in fase di sperimentazione.

Il modello territoriale del DM77

Al centro della riforma c’è l’integrazione tra sanitario e sociale, con un ruolo chiave affidato alle COT – Centrali Operative Territoriali, chiamate a garantire passaggi fluidi e protetti dall’ospedale alle cure sul territorio.
Un cambiamento cruciale in un Paese dove oltre il 40% della popolazione convive con una patologia cronica e dove il primo episodio di cronicità, ricorda Porazzi, si manifesta spesso intorno ai 60 anni. Per queste persone un ricovero ospedaliero costa tra i 600 e gli 800 euro, mentre sul territorio si possono costruire percorsi più sostenibili grazie a interventi mirati e alla telemedicina.

Le innovazioni presentate dalle ASST

I progetti raccolti rivelano una Lombardia in piena transizione verso un sistema territoriale più forte e organizzato.
Le idee spaziano su tutti gli ambiti:

  • potenziamento dell’assistenza domiciliare e dell’infermiere di famiglia
  • programmi di prevenzione e promozione della salute
  • percorsi integrati di accesso e presa in carico nei Pronto Soccorso
  • soluzioni di telemedicina per aree montane e periferiche
  • nuovi modelli organizzativi nelle RSA
  • strumenti innovativi per la gestione dei flussi informativi
  • iniziative di comunicazione e coinvolgimento dei cittadini

Molti progetti sono già in fase di valutazione con misurazioni prima e dopo l’implementazione; altri saranno presentati in forma di poster perché ancora nelle fasi iniziali dell’attuazione.

Le criticità ancora aperte

Pur avendo completato circa due terzi del percorso riorganizzativo, permangono alcune fragilità. Porazzi segnala in particolare la carenza di medici di medicina generale nelle Case di Comunità: gli specialisti ci sono, ma manca spesso la figura che coordina la presa in carico del paziente.
Un altro nodo cruciale è il Fascicolo Sanitario Elettronico, oggi incompleto: contiene solo il 75% delle informazioni necessarie per restituire una vera visione clinico-sociale integrata.

Un cambiamento culturale prima ancora che organizzativo

Il convegno sarà anche un’occasione di confronto tra realtà territoriali diverse, con l’ambizione di creare una rete stabile di competenze e buone pratiche. «Dal prossimo anno apriremo la call anche ad altri attori con l’obiettivo di diventare un polo nazionale di scambio», sottolinea Porazzi.

La trasformazione in corso, conclude, è “un passaggio epocale che riguarda tutti: operatori e cittadini. Non siamo del tutto pronti, ma con collaborazione e misurazione possiamo superare difficoltà e resistenze”.

Una rivoluzione silenziosa, ma destinata a cambiare in modo profondo la sanità lombarda dei prossimi anni.