Non conosciamo nessuno, davvero nessuno, che sia più innamorato della Pro Patria di Giovanni Toia. Uno con la schiena dritta, che su queste colonne ha sempre scritto guidato dalla passione e dall’amore per i suoi colori.E scrivere così, imbeccati dalla passione, non è facile: perché si scrive quello che si pensa anche quando è scomodo, anche quando la massa la pensa diversamente, anche quando ti tirano le pietre pure se sei nel giusto. A Giovanni Toia è successo, qualche mese fa: quando raccontava la sua verità, quando chiamava le cose con il loro nome, quando urlava fuori dalle righe. Giovanni è stato insultato, attaccato, preso in giro: gli hanno fatto passare la voglia di andare allo Speroni, un po’ come togliergli dieci anni di vita. C’è stato anche chi ha pensato di segnalare all’Ordine dei Giornalisti una sua fantomatica “mancanza” deontologia, accusando Toia di aver travisato un comunicato degli ultras biancoblù.Ebbene, il Consiglio Territoriale dell’Ordine si è riunito, ha discusso il caso e ha deciso. Assolvendo Giovanni Toia da qualsiasi accusa. Volete leggere il testo con cui l’ordine mette la parola fine a una vicenda che mai sarebbe dovuta iniziare? Eccolo. “A questo Collegio non pare affatto che il contenuto del comunicato dei tifosi
sia stato travisato. Il titolo dell’articolo firmato dal giornalista Giovanni Toia («Pro Patria, clamoroso: “Non ci abboniamo finché c’è Vavassori” ») nonché il contenuto rispecchiano infatti, sebbene nella necessaria prosa succinta di un titolo e con le libertà interpretative di un articolo, ivi compreso il diritto di critica, le argomentazioni del comunicato ultras. L’adesione sostanziale di titolo e articolo ai contenuti del comunicato si rilevano ad esempio laddove lo stesso chiede «l’arrivo di una nuova proprietà» e invita «tutta la tifoseria organizzata…i simpatizzanti, i tifosi e gli amici a non sottoscrivere l’abbonamento 2015/1016, riservandosi di organizzare ulteriori iniziative come forma di contestazione a questa proprietà…».Si sottolinea inoltre che l’articolo non pare travalicare in alcun modo quella forma civile e contenuta richiesta nell’estensione di una notizia, così come richiamata dalla “sentenza decalogo” della Cassazione del 1984. In definitiva, non si rileva alcun illecito disciplinare e nessuna violazione deontologica. Questo Collegio del Consiglio di Disciplina Territoriale dispone l’archiviazione del procedimento in esame per assenza di violazioni deontologiche.Caso chiuso, insomma: ma davvero non avevamo alcun dubbio. Era giusto scrivere queste righe, atto di dovere nei confronti di un collega che stimiamo. E ora sarebbe giusto che qualcuno, a Giovanni Toia, chiedesse scusa. Ma sappiamo che non succederà, vero?