MALPENSA Tre anni di fidanzamento, solo due di piena operatività, con un 2009 chiuso con 1 milione di passeggeri e l’anno successivo terminato a 1 milione e 200 mila clienti “made” in Malpensa.
Troppo poco, a quanto pare.
Lanciato nel 2008, il brand Lufthansa Italia sarà mantenuto fino al 29 ottobre 2011, fine dell’orario estivo. Poi, i nove Airbus A319 attualmente in uso da LHItalia e basati proprio a Malpensa, saranno schierati altrove, all’interno del Gruppo Lufthansa. Le scritte «Varese», «Milano», ma anche «Genova» e «Torino”»è facile supporre che scompariranno dalle livree dei velivoli che erano stati “battezzati” proprio in brughiera da una presidente (Heike Birlenbach) nel giro di pochi mesi già in grado di parlare italiano e ormai di casa a Vizzola Ticino, dove si era insediato il quartier generale del vettore italo-tedesco.
Tutto finito. «Quando tre anni fa abbiamo lanciato Lufthansa Italia, abbiamo colmato una lacuna emersa a Milano dopo il ritiro di Alitalia da Malpensa e dopo la fine della nostra collaborazione con Air One», afferma <+G_NERO>Christoph Franz<+G_TONDO>, Ceo e presidente di Lufthansa. «Il nostro servizio è molto apprezzato e la risposta dei passeggeri in Italia è eccellente.
Tuttavia, considerato il crollo dei prezzi sulle rotte europee e la concorrenza, è stato estremamente difficile stabilire un proficuo network europeo con un marchio separato. Conviene quindi focalizzare l’offerta del Gruppo Lufthansa sui collegamenti dall’Italia verso gli hub del Gruppo». Malpensa rimarrebbe un buon (potenziale) fornitore di clienti da dirottare però verso la Germania: verso Francoforte, Dusseldorf, Monaco.
La compagnia tedesca prevede infatti una crescita a doppia cifra della propria offerta in Italia, già frequentemente servita dai propri hub di Francoforte e Monaco. Air Dolomiti poi aumenterà le frequenze dei voli verso la Germania all’interno del suo network che è focalizzato a collegare i principali centri economici del Nord Italia con l’hub di Monaco, base di Lufthansa. Insieme, Lufthansa e Air Dolomiti servono attualmente 19 destinazioni in Italia.
Sea incassa il colpo e non ne fa un dramma. «L’addio di Lufthansa Italia a Malpensa non comporta alcun rischio per lo scalo varesino e non impatta sul nostro Gruppo che prosegue nella sua strategia», si legge nella nota diffusa dalla società di gestione aeroportuale presieduta dal varesino Giuseppe Bonomi. Poi la reazione a suon di numeri, quasi uno scatto d’orgoglio per chi si è già visto abbandonare una volta: «Le destinazioni attualmente servite da LHItalia sono già coperte da uno o più vettori che, tra l’altro, registrano coefficienti di riempimento superiori. Nel 2010, i 1,2 milioni di passeggeri di Lufthansa Italia su 18,7 milioni complessivi, hanno rappresentato circa il 3 per cento del fatturato del Gruppo. Tale volume potrà essere facilmente assorbito da altri vettori che già operano i medesimi collegamenti senza l’attuazione da parte di Sea di alcuna specifica strategia commerciale». Se non bastasse, «negli ultimi 3 anni hanno iniziato a operare a Malpensa 38 nuovi vettori e sono stati attivati 42 nuovi collegamenti di cui 21 intercontinentali, confermando l’attrattività della catchment area dello scalo».
Dopo Alitalia insomma e la perdita di 10 milioni di passeggeri quasi di botto, non è l’addio del vettore che avrebbe dovuto cambiare le sorti di Malpensa e trasformarla in hub, a spaventare Sea. Certo, in molti ci avevano creduto. E sperato.
Alessandra Pedroni
e.marletta
© riproduzione riservata










