Lui Castori, noi polli

Il commento di Andrea Confalonieri, post Varese - Carpi 0-1

Una Castorata: mette tutti i legnetti infilzati uno con l’altro e fa una diga. Oppure: loro Castori e noi polli. Il Carpi esce dal campo tra i tumulti, gli insulti (”Ladri, ladri”) e l’assedio rabbioso di uno stadio che vede un pezzetto di cuore e di salvezza strappato dall’arbitro, dal vento bastardo che si leva – non a caso – solo alla fine, da una capolista che si piazza nella sua area e subisce di tutto: occasioni, tiri, gioco, fortuna. Il pareggio e molto di più sarebbero stati strameritati, una parata di mano non vista (Porcari) era degna pure dell’espulsione ma non abbiamo intenzione di arrivare in fondo all’articolo imprecando al cielo e agli dei. Faremmo il male del Varese. Che invece deve mettersi davanti allo specchio e dire: che polli siamo stati a non fare almeno un gol dopo una partita così. Un attaccante che la butta dentro, caro Miracoli, dopo 49 minuti giocati dalla tua squadra sulla linea della porta avversaria, ci serve. L’arbitro e la jella non bastano a giustificare un primo tempo giocato con uno spirito amichevole: loro iene, noi pulcini. Non ti salvi mai regalando gol come gli ultimi due. Non ti salvi mai mettendo alle corde una squadra che ha 23 punti in più – o in meno, chissenefrega – se non hai la forza di sferrare il colpo del ko. È stata una Castorata: ripartenze da serie A e capacità di immolarsi sulla linea di porta, tutti disposti a cadere pur di non fare entrare la palla. Il calcio è dare l’anima, come l’ha data il Varese, panchinari compresi: ma il calcio è anche

fare gol e se arrivi davanti alla porta sei volte e non hai fiuto, rabbia, sangue non lo farai mai. Capitolo mercato: vanno bene le scommesse a costo zero tirate fuori dal cilindro di Imborgia ma senza un terzino, possibilmente sinistro (vedendo come ci hanno devastato Struna, che sembrava Franco Causio, e Di Gaudio) e senza chi si mangia la rete, se va bene vai ai playout. E se va male… Con un Moscardelli qualunque (è al Lecce) ma perfino con Granoche e forse Cellini ieri il Varese avrebbe vinto 4-1.È anche un problema di qualità. Nel girone di ritorno una squadra fondata sull’asse Neto (36 anni)-Corti (34 anni)-Zecchin (31 anni) deve avere qualche risorsa tecnica in più – e non in meno – per permettersi qualche umanissimo calo dei suoi assi. Le ultime due partite parlano chiaro: al Varese manca l’attaccante brutto e cattivo perché puoi giocare bene finché vuoi ma a calcio devi fare gol (cosa succederà a questa squadra quando non giocherà a livelli così intensi come nel secondo tempo di ieri o a La Spezia?). E manca un terzino sinistro: senza De Vito (che già non è un punto forte), puoi solo adattare lo stoico Luoni con l’esito che abbiamo visto. E se parte Rivas urge pure un’ala perché Falcone, pur generosissimo, dà sempre l’idea di essere un giocatore a metà (a proposito: se in tanti dicono prima sì e poi no al Varese, qual è il vero motivo?). Presidente Laurenza, senza questi interventi non basterà Miracoli ma servirà un miracolo. Se Imborgia ha sotto mano punta e terzino, faglieli portare a casa. Prima che sia tardi.