Luino, perseguita l’ex moglie e viola il divieto di avvicinamento: arrestato 40enne magrebino

L’uomo, si è reso responsabile di tentativi di aggressione fisica e verbale, pedinamenti e intrusioni costanti nella vita privata della donna e compiuto atti vandalici e danneggiamenti ai beni della vittima

LUINO – I carabinieri di Luino hanno arrestato un 40enne, cittadino italiano di origine maghrebina, per violazione del divieto di avvicinamento alla ex compagna, più grande di una 15ina d’anni e parte offesa nella vicenda.

Come troppo spesso capita, l’uomo, dopo la fine della pregressa relazione, non ha mai accettato la conclusione del rapporto, nel caso specifico spinto al risentimento anche da riflessi di natura economica. La vicenda, che ha avuto inizio alcuni anni fa, si è contraddistinta per condotte sempre più violente e moleste divenute particolarmente reiterate in un arco temporale ristretto.

L’uomo, infatti, si è reso responsabile di tentativi di aggressione fisica e verbale, pedinamenti e intrusioni costanti nella vita privata della donna, ma, soprattutto, avrebbe prodotto atti vandalici e danneggiamenti ai beni della vittima, in modo persistente e tenace, così da indurla a stati di paura, forte ansia e un vero e proprio malessere psicologico che ne ha stravolto gli stili di vita. Il susseguirsi degli episodi di violenza, anche in pubblico, avevano allarmato i conoscenti del piccolo e tranquillo contesto urbano del Varesotto dove si sono svolti i fatti.

I carabinieri di Luino, cui la donna si era rivolta fiduciosa per denunciare ogni episodio pregiudizievole della propria incolumità, avevano però nel frattempo già ottenuto dall’autorità giudiziaria competente il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa. Eppure una pattuglia dei carabinieri ha individuato il 40enne nelle immediate adiacenze dell’abitazione dell’ex coniuge, in palese violazione della misura cautelare e con al seguito alcuni arnesi di cui non ha saputo credibilmente giustificare il possesso, arrestandolo.

L’uomo, la cui definitiva responsabilità dovrà essere naturalmente accertata in sede di giudizio penale, è stato trasferito nella Casa Circondariale di Varese dove è rimasto in custodia a seguito di convalida della misura pre cautelare da parte del Tribunale di Varese.