Luino piange Ivano Gatta: «Perdiamo una colonna»

Mercoledì 02 dicembre è morto una delle figure storiche della Croce Rossa . L’uomo è rimasto schiacciato a Colmegna dall’albero che stava tagliando

Con Ivano Gatta, l’uomo morto mercoledì pomeriggio a Colmegna schiacciato dall’albero che stava tagliando con la motosega, la Croce Rossa di Luino perde una colonna portante.
Un uomo che «da almeno trent’anni – raccontano i colleghi della Cri luinese- operava in Croce Rossa Italiano come volontario. Un esempio per tutti. Poche parole, nessuna vanteria, soltanto concretezza e immensa disponibilità. Qui nessuno ricorda di averlo mai sentito dire di no ad una richiesta».

Al cordoglio si aggiunge anche , presidente del comitato luinese della Cri, che ha conosciuto
quindici anni fa, proprio entrando come obbiettore in Croce Rossa. Gatta è rimasto vittima del drammatico incidente avvenuto l’altro ieri pomeriggio nella zona di via Torretta, sopra Colmegna. L’uomo era uscito per fare legna e non è più rincasato: è morto travolto dall’albero di dieci metri d’altezza che stava abbattendo con la motosega.

A dare l’allarme è stata la compagna che non lo ha visto rincasare. Lascia due figli: un maschio di 35 anni e una ragazzina di soli 14 anni. Gatta era responsabile degli automezzi e del magazzino della Cri di Luino. Per tutti rappresenta l’essenza del vero volontario. Schivo, sempre pronto a sfuggire ai riconoscimenti, perché non erano quelli a suo parere ad aiutare gli altri. A una cerimonia Gatta ha sempre preferito il rimboccarsi le maniche per darsi da fare.
Il cordoglio per questa perdita gravissima travalica i confini di Luino e della Cri. Ieri il comitato Sos Tre Valli esprimeva sulla propria pagina Facebook tutto il dolore per la «perdita di un grande volontario» e la propria vicinanza al comitato della Cri di Luino. Il messaggio di cordoglio era accompagnato da un fiocco nero. La morte di Gatta è un lutto per moltissimi.
«Si faceva in quattro,per gli altri in silenzio – raccontano i colleghi della Cri – non c’erano fronzoli o riconoscimenti. C’era soltanto l’esigenza di fare sempre tutto il,possibile al meglio. In trent’anni di volontariato ha insegnato tantissimo a tutti noi. Non era uno da complimenti, ma se serviva un consiglio lui te lo dava. A richiesta e in modo asciutto: quelli che parlavano troppo senza concludere non li amava molto. Per noi Ivano è il volontario e non lo dimenticheremo mai».
Luino e la Cri si sono stretti intorno ai famigliari di Gatta. Uomo «di poche parole ma di tantissimi fatti. Per molti ha saputo fare differenza – concludono gli amici – cercheremo di seguire l’esempio che ha saputo trasmetterci».