Luino, sgominata la banda della Punto Una lunga scia di furti in tutto il Varesotto

LUINO Una rapina, sette furti e una tentata razzia. Ai danni di abitazioni di Brenta, Cittiglio e Castelveccana, ma anche di un esercizio commerciale. Colpi messi a segno in serie da una banda composta da quattro giovanissimi, tra il 21 e il 29 novembre del 2011.

Con un solo obiettivo: svaligiare ville, appartamenti e attività commerciali, specialmente negli orari serali e se incustoditi, e impossessarsi di ogni oggetto di valore: gioielli, pietre preziose, monili in oro, fedi nuziali, ma anche orecchini e orologi. Senza esitare, come nel primo colpo messo a segno a Cittiglio da due degli arrestati, a picchiare violentemente con un calcio al torace il proprietario che li aveva sorpresi, provocandogli lesioni giudicati guaribili in 15 giorni e minacciando anche, con un badile e un bastone, due vicini di casa intervenuti in suo soccorso.

In un caso, poi, dopo essere penetrati all’interno del ristorante collegato al rifugio Cai di Castelveccana, il gruppo se ne era andato portando via le riproduzioni di una pistola antica e di una balestra, ma anche un frullatore, sette paioli in rame, un trapano, un flessibile, un seghetto, due fotocamere, orologi e preziosi.

Proprio quel colpo, messo a segno lo scorso 29 novembre, è stato fatale al gruppo. L’errore? La leggerezza di utilizzare sempre la stessa vettura, una Fiat Punto intestata al padre di uno dei ladri: un italiano di origine marocchina residente a Brenta. Circostanza che, con le testimonianze e agli approfondimenti scientifici, li ha fatti cadere nella rete.

A mettere fine alle loro attività criminali, così, ci hanno pensato i carabinieri della compagnia di Luino, in collaborazione con i colleghi del nucleo operativo, della stazione di Laveno e degli agenti della polizia locale del Medio Verbano. La scorsa notte, coronando mesi di indagini approfondite coordinate dal sostituto procuratore Massimo Politi, i militari hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare.

Dietro le sbarre dei Miogni di Varese sono così finiti un italiano di origine marocchina di 26 anni residente a Brebbia e due ragazzi di 21 anni di Brebbia e di Ispra. Per il quarto componente della banda, un giovane di 21 anni di Besozzo, coinvolto solo in un colpo, sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Le indagini, però, non si fermano. Anche perché i carabinieri ritengono che il raggio d’azione del gruppo sia andato oltre i nove episodi ricostruiti. Nel corso delle perquisizioni domiciliari, infatti, i militari hanno recuperato e sequestrato 29 telefoni cellulari, orologi e gioielli, non tutti riconducibili ai colpi contestati.

Possibile che la banda si sia macchiata di altri furti commessi in tutto l’alto Varesotto, e non solo. Nella casa del 26enne di Brebbia sono state recuperate anche tre bici professionali da corsa, rubate il 1° marzo in un negozio specializzato di Ispra. Per questo ora i carabinieri indagano sui canali di ricettazione.

s.affolti

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