GALLARATE La chiesa dell’oratorio di Arnate è troppo piccola. È piccolo il teatro, dove la cerimonia è stata trasmessa, sono piccole le panche piazzate sul sagrato. Tutti questi spazi non sono bastati per contenere il dolore della comunità, stretta intorno alla famiglia Somenzi nell’ultimo saluto a Luca, il «Capitano» come lo chiamavano i compagni di squadra dell’Ofc Arnate.
Si sono svolti ieri, a due settimane esatte dalla scomparsa del giovane, i funerali del ventiquattrenne arnatese, morto in un incidente d’auto
nella notte tra il 2 e il 3 ottobre scorsi. «Mi sembra di vivere un brutto sogno: brutto perché non ci sei più, ma sogno perché stiamo facendo di tutto per farti conoscere», il messaggio che la sorella Maria Giulia ha voluto rivolgere, tra le lacrime, al fratello maggiore. Per farlo conoscere, la famiglia ha realizzato un pieghevole, distribuito al termine della cerimonia. Una foto in primo piano di Luca, circondato dalle sue parole. Il ricordo dell’Erasmus, sei mesi di studio trascorsi in Polonia, «uno stato mentale, non un’esperienza con una scadenza». Un viaggio dal quale il giovane, raccontano gli amici, era tornato orgoglioso per essere riuscito a sostenere esami in inglese e per aver imparato a vivere da solo, cucinando, stirando e lavando. Ci sono i loghi che realizzava con quel computer che era la sua passione e che avrebbe voluto far diventare il suo lavoro. Ma soprattutto c’è la fede. A 16 anni scrisse una lettera a Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolarini. «Dio mi stupisce e mi cattura», le parole di Luca, «a volte mi chiedo se vale veramente la pena di vivere e ogni volta mi rispondo che Dio è amore e sono felice». Gli amici annunciano un’iniziativa di solidarietà in ricordo di Luca, che sarà finanziata con le offerte raccolte durante la cerimonia.
È stato don Walter Sosio, il coadiutore dell’oratorio dove Luca è cresciuto e dove era impegnato come educatore, a celebrare il funerale del giovane. Partendo dalla resurrezione di Lazzaro, narrata nel Vangelo di Giovanni, il sacerdote ha cercato di dare un senso al destino del 24enne. «In questi giorni tutti ci siamo posti delle domande: Signore, dove sei? Perché ci hai abbandonato», le parole dell’omelia, «abbiamo tutti fatto molta fatica a comprendere».
Di fronte al dolore, alla scomparsa di Luca, la tentazione è di cedere alle parole del Qoelet, di affermare che «tutto è vanità». La risposta arriva dalle parole del Cristo a Marta, la sorella di Lazzaro: «Io sono la resurrezione e la vita, credi tu questo?». Non è stato facile per Arnate dire addio a Luca. Tanti gli amici saliti sull’altare per un ultimo saluto, dagli educatori ai compagni di squadra.
«Luca, dove sei?», ripeteva Daniele, il primogenito della famiglia Somenzi, al termine del funerale. E Luca sembra rispondere, in una frase rivolta a un amico che oggi appare profetica: «Il nostro rapporto va al di là dei semplici incontri fisici e ora so che anche se i nostri sguardi non si incontrano più, la nostra unione spirituale rimane anche senza vederci. Spero di essere sempre in te perché tu sei in me».
Riccardo Saporiti
s.bartolini
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