Dagli Egizi ai Romani il lupino rappresentava una fonte proteica importantissima, ma dopo l’arrivo dalle Americhe di patate, pomodori e mais è caduto quasi in disuso. Una perdita alimentare notevole.
Proprio a uno studio sul lupino è andato infatti il premio “Alpro Foundation Master Award 2010”, assegnato nel corso del congresso SINut (Società Italiana di Nutraceutica), a Viviana De Vergori.
“Il lavoro ha misurato la capacità di abbassare il colesterolo delle proteine estratte dai semi di lupino e pisello e di due fibre solubili, i beta-glucani estratti dall’avena e le pectine ricavate dalle bucce delle mele – spiega Anna Arnoldi, professore di Chimica degli Alimenti all’Università degli Studi di Milano -. Tra le fibre, è risultata migliore la pectina di mela che ha provocato una diminuzione media della colesterolemia del 5,3%. Un’ulteriore dimostrazione della grande salubrità delle mele. Attenzione però, perché solo la buccia contiene le pectine.
“Per quanto riguarda le proteine, ha dato risultati migliori il lupino – ha spiegato ancora Arnoldi – che ha prodotto una diminuzione del 4,2% del colesterolo totale. Un risultato di grande rilievo, perché si tratta del primo studio clinico condotto a livello internazionale su questo legume”.
u.montin
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