M.O./Chiedeva asilo palestinese nell’ambasciata turca a Tel Aviv


Tel Aviv, 18 ago. (Ap)
– Il palestinese che ieri sera ha assalito l’Ambasciata turca a Tel Aviv, barricandosi nell’edificio e minacciando di incendiare la sede diplomatica, è stato consegnato alla polizia israeliana dopo essere stato neutralizzato dalla sicurezza turca. L’uomo chiedeva asilo.

Secondo quanto reso noto dal governo di Ankara, l’uomo avrebbe cercato di prendere in ostaggio il viceconsole, ed aveva con sé un coltello, una latta di benzina e una pistola giocattolo: al momento della consegna alla polizia – sette ore dopo essere entrato nell’Ambasciata – sembrava zoppicare, forse a causa di una ferita di arma da fuoco, ed è stato portato via legato su una barella, ma cosciente.

Il portavoce del ministero degli Esteri, Yigal Palmor, ha identificato l’assalitore come Nadim Injaz, palestinese della città cisgiordana di Ramallah. La polizia ha poi specificato che Injaz è stato da poco rilasciato dalla prigione, dove si trovava per un episodio simile, un attacco all’ambasciata britannica, quattro anni fa. Anche in quel caso Injaz aveva chiesto asilo.
Anche allora, secondo quanto riferisce la stampa israeliana, si era barricato all’interno dell’edificio con una pistola giocattolo prima di essere immobilizzato dalla polizia.

La rete televisiva israeliana Channel 2 ha trasmesso una registrazione di una chiamata telefonica nella quale Injaz – che parlava in ebraico – minacciava di bruciare l’edificio: “Se non mi lasciano andare via dal paese brucerò tutto, le macchine, sfonderò le porte, spaccherò tutto”. Injaz – che soffrirebbe di problemi mentali – aveva infatti affermato di avere con sé del liquido infiammabile e aveva chiesto di essere trasportato in volo in Turchia.

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