Onore al presidente Monti e al Governo che presiede per ciò che fanno, costretti dalla urgenza di “salvare le cose” nella temporaneità del mandato. Sottopongo il mio modesto contributo al tema “Se il paese non è pronto…”. Già, non pronto a che cosa? Forse é meglio chiedersi: già pronto a che cosa? Gli italiani sono pronti a vedere fermati privilegi, corruzione, ingiustizie; a vedere entrate di bilancio da dove mai le hanno viste entrare; a vedere la Rai
liberata dalle mani dei partiti; a sentirsi dire parole di solidarietà o di gioia da chi li governa, per sentire anche presenza umana, non solo fredda fiscalità; a seguire un Governo in capo al mondo se questa Istituzione li tratta come soggetti, guidandoli con serietà e competenza. A compartecipare, se la partecipazione è di tutti in rispetto alle proprie possibilità; a voltare pagina dopo anni e anni gestiti “alla peggio” e con tornaconto personale o di ben circoscritte categorie.
Vitale Tagliaferri
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Gl’italiani sì, sono pronti a molto, perfino a tutto pur d’ottenere effetti positivi, concreti, duraturi. Chi regge questo governo, chissà. Finora qualche fatto, ma anche qualche controfatto: frenate e scarti laterali su alcune riforme incisive. Peraltro prevedibili: dare omogeneità a una maggioranza (Pd, Pdl, Udc) fino al novembre scorso impensabile e informata a interessi diversi se non contrapposti, non è facile. Vedremo sul tema del lavoro come finirà, è un passaggio decisivo e non va escluso che l’articolo 18 diventi l’articulo mortis dell’esecutivo montiano. Nell’attesa che i politici sciolgano il rovello, i non politici, cioè i cittadini comuni, potrebbero (dovrebbero) sciogliere la loro resistenza a essere esemplari, così come chiedono per l’appunto ai politici. Ogni volta che la Guardia di finanza compie un blitz antievasione fiscale, si scopre che i furbi restano un’infinità. A proposito di prontezza, sono sempre pronti a fregare la cassa comune dello Stato, se lo Stato non si rende minaccioso.
Max Lodi
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