VARESE La pubblicità ci ha abituato a considerare le automobili oggetti del desiderio. Ma, con la crisi, anche il concetto di auto si trasforma: dal più comodo dei mezzi di trasporto, a rifiuto. Sì, perché sono molti i cittadini che non possono più occuparsi di auto e le abbandonano a lato di una strada, sperando che al burocrazia sia lenta e che non arrivi la multa (ammonta circa a 1.300 euro). «Le cose sono molto cambiate negli ultimi anni – dice Ferdinando Gianquinto, titolare del centro di rottamazione Fratelli Gianquinto di Gerenzano, che lavora con i Comuni delle provincie di Varese, Milano e Como – Fino a due anni fa, in un Comune, capitava che ci fosse un’auto abbandonata alla settimana da andare a ritirare. Adesso capita giornalmente».Il fenomeno dell’abbandono di autovetture una volta era messo in relazione con soggetti ai margini della società, adesso interessa anche piccoli artigiani o titolari di attività che chiudono. «Esiste anche un problema legislativo che rende difficile lo smaltimento delle auto – dice Gianquinto – Spesso i veicoli abbandonati sono in fermo amministrativo, cosa che impedisce ai proprietari di rottamarli. Si tratta di una norma che va rivista e semplificata, altrimenti diventa un gatto che si morde la coda». Ci sono varesini che, per non sostenere i costi di smaltimento (ammontano a poche decine di
euro), vendono i veicoli all’estero. Gli acquirenti si trovano specialmente nell’Europa dell’Est.«Prima, però, occorre sempre fare il trapasso, altrimenti il vecchio proprietario potrebbe essere perseguito per un eventuale uso illecito del mezzo – spiega Gianquinto – Può capitare che l’auto venduta per esportazione non vada all’estero ma venga smontata e la carrozzeria venga abbandonata sul territorio nazionale. Ma anche in quel caso il proprietario italiano viene rintracciato e ritenuto a tutti gli effetti responsabile per l’abbandono di un rifiuto tossico, con multe salate e responsabilità anche penali.La comunità europea ha posto degli obiettivi: oggi l’auto viene smaltita all’85%, entro il 2015 bisognarà arrivare al 95%. «Il grande ostacolo, per ora, è l’assenza di inceneritori che consentano di poter bruciare tutte le parti dell’auto, che di conseguenza devono essere smaltite in discarica» continua l’esperto. Fratelli Gianquinto, comprendendo come il problema dell’abbandono di auto fosse destinato ad aumentare, ha sostenuto importanti investimenti nel proprio centro. «È dal 1999 che il legislatore si era accorto dei costi sociali prodotti dall’abbandono di auto – continua Ferdinando – Il Comune sul cui territorio si trova un’auto abbandonata deve rivolgersi a un centro di rottamazione autorizzato, dove il mezzo deve sostare 60 giorni prima di essere demolito. Il proprietario viene rintracciato e deve sostenere i costi dell’operazione. In caso contrario, è il Comune a doversene fare carico».
s.bartolini
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