GALLARATE «E’ una cosa scandalosa». Sceglie proprio questo aggettivo la signora Giovanna, cinquantenne gallaratese, per raccontare la disavventura capitata ad alcuni turisti in visita al Maga nella mattina di ieri, di cui è stata testimone. In sintesi: «Mentre mi recavo al cimitero (che ha un ingresso su via De Magri, ndr) ho incontrato alcuni ragazzi stranieri smarriti, che cercavano di decifrare il bigliettino appeso all’ingresso pedonale. Scritta solo in italiano, su un foglio A4 stampato a computer, recava l’informazione della chiusura temporanea, a causa del maltempo. Io parlo francese, loro solo inglese, e non c’è stata piena comunicazione, solo hanno capito di non poter entrare al museo. La stessa cosa è successa in seguito a un gruppo più nutrito di persone, sempre non italiane, e a una coppia di Milano. E’ un bruttissimo biglietto da visita» conclude Giovanna: «Io sono legata alla mia città; mi ricordo quanto ha fatto il professor Silvio Zanella (cui il polo museale è intitolato) e poi ci si perde nei dettagli. Una galleria d’arte, per vivere, ha bisogno di linfa che non sono solo gli artisti ma i visitatori!» Continua Giovanna: «Far girare a vuoto le persone, non mettersi nei panni degli stranieri, del visitatore che non è del luogo, non è da 2011. Per quello che deve essere il nostro fiore all’occhiello, una simile figuraccia!».All’appello della concittadina risponde, a nome della Galleria d’Arte Contemporanea, il direttore Emma Zanella: «La nostra accoglienza è sempre massima ma in questo momento si dà priorità alla collezione». Una risposta “tecnica”, quella scelta dal dirigente, che del “Professore” è figlia: «Io ero là e ci sono rimasta tutta la mattina. Non è vero che ci fossero numerosi turisti stranieri, ma solo due signori venuti da Napoli. Il Maga ha preso
la decisione della chiusura per fare un lavoro di attento controllo e monitoraggio; ma se c’è un museo in emergenza – spiega – si dà priorità alle opere». «C’è sempre qualcuno nella sala operativa a presidio perciò chi avesse suonato avrebbe ricevuto chiarimenti». E ancora, a eventuali visitatori che non avessero potuto effettuare una visita programmata lo scorso fine settimana: «Come in qualsiasi museo del mondo, dinanzi all’imprevisto, può capitare un leggero disagio; me ne dispiaccio».Già venerdì, giorno in cui, a causa del vento e della forte pioggia, alcuni pannelli temporanei posti a copertura erano scivolati lungo il piano inclinato del tetto del Maga, per incastrarsi sopra l’imboccatura dei pluviali, racconta Zanella: «abbiamo dato un catalogo in omaggio a chi non sia potuto entrare». Rimarrebbe viva l’obiezione che i cartelli all’esterno siano sono solo in italiano, o che la sezione inglese del sito (museomaga.it) non sia visitabile. Quanto alla seconda Emma Zanella attribuisce la colpa «al provider», e ricorda l’ampia diffusione data alla notizia della chiusura, e della riapertura prevista per martedì 7 giugno: «E’ stato tutto comunicato».La Rete però ne porta minima traccia: non ci sono informazioni sulla pagina Facebook del museo – che non è però gestita da dipendenti – né una ricerca sui motori produce primi risultati da siti al fuori della regione. Zanella, sensibilmente alterata dal momento difficile che sta vivendo la “sua” struttura, conclude l’intervista chiedendo di «non fare illazioni». L’apparente predilezione per la lingua di Dante diventa quindi, per un Maga che, come dichiarato dall’allora sindaco Nicola Mucci al debutto, «ha l’ambizione di diventare un museo di riferimento nazionale e internazionale», solo un secondo scivolone in questa direzione, dopo l’errore nelle indicazioni per il «bookshop» diventato «bookschop» sui cartelli di piazza Giovanni XXIII. Emanuela Boem
s.bartolini
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