Maga, piove ancora sul bagnato Le parole annegano nelle infiltrazioni

Gallarate «Quale futuro per la cultura?» la domanda che ha accompagnato un convegno ospitato ieri al Maga. Nessuno, la risposta, almeno fintantoché nei musei continua a piovere.Sì, perché mentre i candidati alle elezioni regionali sfilavano, ognuno cercando di spiegare le rispettive, e peraltro confuse, idee in tema di cultura, sul pavimento dell’atrio del museo si formava una pozza d’acqua. Alzando gli occhi, si vedeva chiaramente un’infiltrazione sul tetto della galleria. E seguendo con lo sguardo era possibile arrivare fino alla macchia d’acqua sul pavimento, che per qualche minuto si è formata proprio di fianco a Piermichele Miano, uno degli architetti che ha disegnato il museo. Se ne è accorto Matteo Ciampoli, consigliere comunale per la Lega Nord, che ha documentato il tutto con il suo smartphone. Attirando però l’attenzione degli operatori del museo: «Non si possono fare le foto ai nostri problemi», il monito rivolto al consigliere comunale. Il quale ha assicurato di aver scattato le foto per sottoporle al capo dell’ufficio tecnico. «Eh, queste sono le difficoltà con le quali conviviamo tutti i giorni» ha risposto, con un

sorriso amaro, il dipendente del Maga.E ci convivono da anni, visto che una delle prime questioni che il sindaco Edoardo Guenzani dovette affrontare, nel giugno dello scorso anno, fu proprio un’infiltrazione d’acqua all’interno del museo. Causata, all’epoca, da un forte acquazzone. Questa volta la colpa è di una nevicata, ma il risultato non cambia.E allora hai voglia a programmare mostre di grande richiamo, a ipotizzare come fece Flavio Caroli di chiedere in prestito opere di Picasso, Gauguin e Cézanne: nessuno presterebbe nemmeno una ‘crosta’ ad una galleria che fa acqua dal tetto.In tutto questo, i candidati alle elezioni regionali parlavano di «liberare risorse per gli enti locali», di dare vita a «fondi di sostegno per la creatività», della cultura come mezzo, piuttosto che come fine, della necessità di tutelare il paesaggio e non costruire per fare cassa con gli oneri di urbanizzazione. Nessuno che abbia colto le sollecitazioni di Alberto Garlandini (ICOM Italia), Pier Luigi Sacco, professore di Economia della Cultura allo IULM, e Maria Antonietta Protasoni del Fai. E intanto al museo continuava a piovere. Sul bagnato.Riccardo Saporiti

f.artina

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