Magheggi sull’Iva di prodotti informatici venduti in Italia: frode fiscale da 40 milioni, 6 arresti

La Guardia di Finanza di Varese; Milano e altre città lombarde ha eseguito le misure cautelari emesse dalla Procura Europea. Come funzionava il trucco di una pletora di imprese estere che si avvalevano di società di comodo italiane per ottenere illeciti profitti con un rilevante risparmio d'imposta

VARESE – La Procura Europea, sede di Milano, ha disposto il sequestro di beni e l’arresto di sei persone, sospettate di far parte di un’associazione criminale dedita alla commissione di un’imponente frode all’Iva, di importo stimato pari a oltre 40 milioni di euro, che coinvolge diversi Stati dell’Unione Europea.

Le investigazioni hanno fatto luce su una sospetta ‘frode carosello’, attuata attraverso un complesso schema criminale con il fine di trarre vantaggi illeciti sfruttando la normativa Ue sulle transazioni intracomunitarie, esenti da Iva. L’indagine ha consentito di individuare una pletora di imprese con sede in Bulgaria, Slovacchia, Polonia e Paesi Bassi dedite alla vendita di prodotti informatici a favore di società di comodo ubicate in Italia e formalmente amministrate da prestanome, che hanno omesso di versare in Italia la predetta imposta.

Lo schema fraudolento prevedeva un ulteriore passaggio in cui la merce veniva venduta, sottocosto, a favore di altre imprese italiane, ciò al fine di interporre (solo dal punto di vista cartolare) ulteriori soggetti economici in modo da rendere più difficile l’identificazione dello schema e dei suoi utilizzatori, e anche aumentando gli illeciti profitti. Successivamente, i prodotti venivano ceduti a società italiane regolarmente operanti a un prezzo molto competitivo, nonché ad altre società operanti in Unione Europea, consentendo alle stesse di conseguire un rilevante risparmio d’imposta.

Lo schema generava anche ingenti crediti Iva in Italia da parte delle imprese coinvolte, portando a rilevanti profitti che venivano poi riciclati. Le prove raccolte durante le indagini preliminari, effettuate anche con l’ausilio di intercettazioni, hanno condotto a sei arresti e all’esecuzione di 60 perquisizioni operate anche in altri Stati membri dell’Ue, nell’ottobre del 2022.

Successivamente, il 30 gennaio di quest’anno, la Procura Europea, sede di Milano, ha emesso un decreto di sequestro preventivo che ha consentito alle forze di polizia di sequestrare immobili, auto di lusso, gioielli e denaro contante, nonché di bloccare i saldi attivi di conti correnti bancari, per un totale di 40 milioni di euro. Il decreto di sequestro preventivo è stato convalidato dal Gip del Tribunale di Milano l’11 febbraio. Le misure cautelari reali e personali, emesse dall’ufficio Eppo di Milano, sono state eseguite dalla guardia di finanza di Milano, Varese, Bergamo, Como e Sesto San Giovanni.