VARESE Sono accusati di aver fatto i quattrini sfruttando la debolezza e la credulità della povera gente. Di aver succhiato, come moderni vampiri, soldi e speranze a persone che già vivevano in condizioni di grave disagio psichico. Di essere, insomma, una sorta di Vanna Marchi in salsa varesina.
Ieri il giudice per le indagini preliminari Cristina Marzagalli, accogliendo le richieste del pubblico ministero Massimo Baraldo, li ha rinviati tutti a giudizio per reati che vanno dalla truffa alla tentata estorsione.
In prima fila sul banco degli imputati c’è ora (anzi, bisognerebbe scrivere: c’è di nuovo) il 48enne luinese Enzo Cugnasco, patron dell’ormai famigerata Magic Star, ovvero la società che gestiva i servizi di cartomanzia che un tempo andavano in onda sull’emittente VareseSat, ma anche su Sky. Con lui anche la moglie 49enne Graziella Panella e altre collaboratrici dell’azienda specializzata, così assicurava, nello scrutare il passato, il presente e il futuro, e nell’allontanare il male da chi si rivolgeva a loro in cerca di aiuto. Gli altri imputati sono: Franca Bossi, classe 1945, residente a Brusimpiano; Anna Bizzarro (che si faceva chiamare Morgana), nata a Carbonara di Bari nel 1965; la 43enne tradatese Sabrina Favini; la gallaratese Antonietta Ballacci (detta Lilly), classe 1972; e la milanese Anna Bovina (detta Sharon), di anni 52.
Davanti al gup c’erano anche una decina di sedicenti vittime: si erano rivolte alla Magic Star per essere liberate dai problemi che le affliggevano, con l’unico risultato però di vedere prosciugati i propri risparmi. Le persone offese elencate nella lista della procura sono dodici: quattro di esse, assistite dai loro avvocati, hanno potuto costituirsi quali parti civili.
Ognuna ha una storia da raccontare, uguale e nello stesso tempo diversa dalle altre. C’è l’infermiera che si era affidata «alla Silvia» (così si faceva chiamare la Bossi) perché stremata dopo il divorzio da un uomo che la picchiava. «Mi sentivo accolta, mi sentivo capita – racconta l’infermiera – la Silvia mi diceva che se avessi fatto come mi diceva lei, i miei problemi sarebbero spariti e che avrei incontrato un’altra persona». Per cacciare le «negatività» dalla casa la signora doveva compiere ogni giorno, per un mese, un balzano rituale: doveva accendere una candela su un panno verde, quindi doveva pronunciare una serie di preghiere; poi doveva spegnere la fiamma, avvolgere il mozzicone nel panno e infilarlo sotto il letto. Una procedura che sarebbe costata alla signora, nel corso del tempo, circa 20 milioni di lire (si era nel 2000).
A un’altra donna era stato dato un amuleto per combattere il male che però doveva essere “ricaricato” ogni sei mesi circa alla “modica” cifra di 300 euro per volta.
E chi non ce la faceva a pagare? L’infermiera racconta di aver incontrato una volta Cugnasco. E questi l’avrebbe intimorita dicendole che avrebbe adito le vie legali per portarle via la casa e pignorarle un quinto dello stipendio. Altri raccontano di essere stati minacciati dalla “maga” di turno: se non avessero pagato, le negatività che li affliggevano si sarebbero scatenate con esiti anche letali.
Per reati simili, nel novembre 2008 Cugnasco aveva già patteggiato 40 mesi di carcere, mentre la moglie se l’era cavata con tre anni. Adesso le nuove accuse: la prima udienza è stata fissata per il 20 settembre.
Enrico Romanò
f.tonghini
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