Al bando la scaramanzia bieca: qui si fa la storia. In questi giorni di attesa colorata di bianco e di nero, all’inizio della settimana che può portare come una roulette russa alla gloria più fulgida o al rammarico più profondo, capita di farsi un giro per Varese e di rimanere colpiti da una maglietta improvvisa e totalmente inaspettata.
Nel mezzo di un pomeriggio qualunque sali all’ultimo piano del Centro Commerciale Le Corti, entri dal Longoni, ti dirigi convinto verso il reparto dei costumi da bagno – l’estate incombe – ed eccola lì: nera, bianca, scudettata, “incoccardata”, ma anche capace di predire il futuro e di pungere l’attenzione con la sua totale improvvidenza alla sfiga. Vada in effetti per il tricolore con la scritta “02-05-2015 Genova”: il campionato è già in saccoccia e la data di conquista non serve altro che a ricordare a tutti come lo stesso sia stato dominato per mari e per monti.
Vada per la coccarda e relativi giorno e luogo di investitura: “20-05-2015 Roma”, in fondo la Lazio si ricorderà per un po’ le due “pere” subite da Chiellini e Matri dopo essere passata in vantaggio. È quell’ultima riga a bloccarti in un’estasi pensierosa come quella che colpisce un cagnolino davanti a una montagna di pappa: una coppa dalle grandi orecchie campeggia vicino otto numeri messi uno in fila all’altro a formare la dimensione temporale del giudizio. Fossimo in una tabaccheria andremmo convinti con il Lotto, qui ci blocchiamo come il quattro zampe di cui sopra, indecisi se assalire il cibo o pensare al pericolo congiunto di indigestione e superbia. I dubbi muoiono definitivamente nel capovolgere l’indumento: “Il vero Triplete”. Eccola lì la chiave di tutto: nella testa si accavallano immagini drammatiche per ogni juventino, si vede un Milito che infila il portiere del Bayern per ben due volte, si vede Materazzi festeggiare più del lecito, si vede un certo José Mourinho gonfiarsi di sicumera e rivelare al mondo tutta la sua tronfia consapevolezza di essere il migliore d’Italia e d’Europa.
Triplete, un incubo, più che una parola, maledettamente colorato di nero e di azzurro. Scatta allora la voglia di rivincita, si rinverdiscono i sogni, si assapora sul palato il suono dolce di due semplici parole: anche noi. Confessiamo: l’abbiamo comprata ed è il nostro regalo per tutti i tifosi che riempiranno Berlino o si assieperanno davanti a televisori e maxischermi, a Varese e ovunque. Fra quattro giorni si saprà tutto: dicono però che l’attesa del piacere sia essa stessa piacere.