«Malpensa, in quattro anni persi 1500 posti di lavoro»

Malpensa – Non si vogliono slogan, ma fatti. Il rilancio di Malpensa non deve essere una riedizione del passato di semplici intenzioni. «Serve un progetto vero», dichiarano Antonio Ciraci, segretario generale della Filt Cgil di Varese e Franco Brioschi della segreteria milanese della Filt.
Parlano i dati.

«In quattro anni di crisi, almeno 1.500 persone sono già uscite dal mondo del lavoro aeroportuale», segnala Ciraci. «Malpensa non assorbe più i lavoratori che perdono il posto altrove. L’impresa manifatturiera è in crisi e non c’è alcuna prospettiva. Il contesto fuori dall’aeroporto è peggiorato e il possibile rilancio di Malpensa è un dato positivo». Sea, principale datore di lavoro nello scalo della brughiera, è già alla terza mobilità. Tra Malpensa e Linate sono state accompagnate alla pensione, negli ultimi anni, 700 persone su circa 5.000 dipendenti dell’intero Gruppo Sea, di cui 3.500 a Malpensa. Poi ci sono i posti proprio persi, in molti casi senza neanche ammortizzatori sociali a fare da paracadute.

«Compagnie aeree che chiudono, catene alberghiere o negozi che lasciano a casa». Ai France ha spostato i voli da Malpensa a Linate lo scorso marzo e ha licenziato 30 persone. Ad inizio anno Globe Ground ha perso la commessa di lavoro per Lufthansa nei servizi a terra per la compagnia aerea e circa 100 dipendenti si sono ritrovati senza più un lavoro. L’attività di catering è sempre più scarna se mancano vettori che servono pranzi e cene a bordo dei loro aerei. E’ tempo di ripresa? Ben venga per la Filt Cgil. «Da

sempre sosteniamo che Malpensa è fulcro vitale ed economico della nazione», ricorda Brioschi. «Non abbiamo cambiato idea dal ’98 ad oggi, a differenza di chi, da ministro, si accorge invece solo ora della perdita di Pil. Allora ci accusavano di essere campanilisti a favore di Milano, contro Roma. Ora ci sentiamo dire che l’aeroporto è un investimento da non disperdere». Aggiunge Ciraci: «Non si punti sul dualismo Linate-Malpensa. Se anche tutti i passeggeri e i voli di Linate andassero a Malpensa, il problema non sarebbe risolto. Serve una compagnia che metta base qui».

Il sindacato dovrà essere soggetto attivo. «Il ministro Passera non creda di aprire un tavolo solo con Tabacci». Chi ha gestito sul campo il dehubbing di Alitalia, chiede rispetto. «Noi, insieme a Sea, abbiamo governato la grande crisi», dice il sindacato. «Nessuno ha detto e fatto niente anche quando Alitalia ha tagliato completamente tutti i voli cargo da Malpensa eppure questo aeroporto è tra i primi sei in Europa nel traffico merci». Lavoro che se ne va e regole sempre più precarie che invece restano, al punto da muovere la Filt nella richiesta di una “contrattazione di sito” con regole minime condivise da tutti gli operatori aeroportuali, da non mettere in discussione ad ogni cambio di appalto», indica Ciraci. Si riparta intanto dal lavoro che ancora c’è.
Alessandra Pedroni

p.rossetti

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