MALPENSA «La polizia senza colpi»: è questo l’incipit della lettera aperta che la segreteria provinciale del Coordinamento per l’indipendenza sindacale della forze di polizia (Coips) indirizza «a mezzo stampa» a tutti il territorio.
I poliziotti rimasti senza colpi sono quelli in servizio a Malpensa. «I proiettili da addestramento sono finiti da qualche mese e gli agenti non si addestrano più al poligono. Nessuno sa quando l’addestramento potrà riprendere, chi dice luglio, chi dice settembre, chi non dice».
Nella missiva di denuncia la segreteria provinciale del Coips cita un paradosso: «L’Italia sta partecipando ad una missione ONU, con armi, aerei, bombe, sotto certi aspetti, fatte le dovute proporzioni è una guerra. La polizia di Stato, deve comunque garantire all’interno delle frontiere, in collaborazione con le altre forze dell’ordine, il mantenimento della sicurezza pubblica, anche dovendo affrontare eventuali minacce terroristiche. In momenti come questi, il dovere della polizia è comunque quello di addestrarsi, per essere pronta a rispondere ad eventuali minacce, in maniera conforme alle norme ed efficace».
La lettera contiene una provocatoria richiesta ai cittadini affinché aiutino la polizia di Stato a reperire cerbottane da armare con “cartoccetti” e da fionde da caricare con i sassi, «magari – scrive il Coips – raccogliendo quelli che ci tirano negli stadi». E ancora: «Non vorremmo che mentre si pensa in grande, ad armare un esercito, qualcuno ne approfitti per delegittimarci non tenendoci in considerazione. La scusa è sempre la stessa, non ci sono soldi, ma per i voli di stato, le feste di stato, le parate, di stato gli aumenti di stipendio per i parlamentari dello stato, i soldi si trovano sempre, mentre per la polizia di Stato niente solo briciole. Anzi, per garantire ai poliziotti gli assegni di funzione hanno tolto i soldi destinati al riordino delle carriere», si legge nella lettera della segreteria provinciale Coips che cita anche il recente episodio avvenuto a Malpensa quando un tunisino sfondò l’ingresso di un gate e scagliò un coltello proprio contro gli agenti della Polaria.
La missiva termina con un appello alla cittadinanza: «Invitateci a parlare nelle riunioni dei vostri comitati, delle vostre associazioni riconosciute, date risalto alla nostra denuncia, aiutateci a fare sentire la nostra voce, che in fondo è la vostra voce e, soprattutto, aiutateci a farci riavere le cartucce».
f.tonghini
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