Malpensa, Masterplan 2035: riserve sull’ampliamento della zona cargo per l’impatto ambientale

Forse il progetto in fase di approvazione, ma i dubbi sull’impatto ambientale per l'utilizzo dei 44 ettari della brughiera rimangono molti (foto generica d'archivio)

MALPENSA – Stando alle voci di corridoio l’approvazione da parte della commissione per la valutazione dell’impatto ambientale del Masterplan 2035, il progetto di ampliamento e di sviluppo dell’aeroporto intercontinentale di Malpensa, sarebbe alle porte. Ma ci sono dovute perplessità, per l’impatto ambientale che il progetto potrebbe comportare. La questione è relativa all’approvazione, o meno, della richiesta di utilizzo di 44 ettari di brughiera per ingrandire la zona cargo.

Ricordiamo che il progetto era già stato approvato nel giugno scorso dalla Provincia di Varese, da Sea, da Enac e anche dai comuni del Cuv; poi a dicembre anche dalla Regione Lombardia. Questo prevede tra le altre opere anche i progetti per l’ammodernamento del Terminal 1, che non porrebbero veti o limitazioni sul piano dell’approvazione. La parte del progetto su cui sono sopraggiunti i dubbi riguarda invece l’espansione al di dell’attuale sedime aeroportuale, con la finalità di accogliere nuovi magazzini e che invece – pare – non avrebbe parere positivo dalla commissione.

Il tema del resto aveva attirato l’attenzione dei movimenti ecologisti e dei sindaci di paesi limitrofi all’aereoporto di Malpensa, che si erano fin qui schierati compatti nell’evitare, se possibile, la compromissione e perfino la distruzione di questo delicato ecosistema. Ma sarà ora il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a dire l’ultima parola.

Le parole di Lorenzo Colombo, coordinatore Sinistra Italiana della provincia di Varese 

Il fatto che i tecnici del Ministero abbiano dato parere contrario ad ulteriore consumo di suolo è quello che noi abbiamo sempre sostenuto. […] Purtroppo, non è finita qui. Vogliamo vincere la guerra per tutti e tutte coloro che si stanno battendo da tempo contro questo progetto. Ora la sfida sarà bloccare l’ampliamento all’interno del sedime perché persistono le criticità che ciò comporterebbe per il territorio: lavoro povero, maggiori autotreni, aumento del trasporto aereo. Tutto ciò danneggia gravemente il nostro territorio e diminuisce la qualità della vita degli abitanti della provincia di Varese.