Malpensa – Anni di contratti di lavoro sempre precari: a volte stagionali, altre interinali, in ogni caso per lavoratori mai considerati “strutturali” che invece erano sempre occupati al carico e scarico bagagli da parte di Aviapartner handling spa, società che si occupa dei servizi a terra a Malpensa.
La presenza “fissa” al lavoro, seppure con contratti mai stabili, è servita a vincere la causa intentata contro Aviapartner. Alla scadenza dell’ultimo contratto, Luigi Vincenzo Gatì e Matar Wade, hanno chiesto aiuto alla Confederazione unitaria di base e mosso le dovute pedine legali per arrivare in tribunale. E l’altro ieri, il giudice del lavoro presso il tribunale di Busto Arsizio Franca Molinari, ha disposto il reintegro al lavoro dei due uomini e dichiarato instaurato un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a decorrere dall’ottobre del 2006 per il lavoratore italiano e dal marzo 2009 per il collega senegalese. Per i due, scatteranno gli anni di anzianità e tutto quello che ne consegue da allora in poi, oltre alle retribuzioni arretrate a partire dall’ultima scadenza di contratto, datata aprile 2011 per Wade e marzo 2012 per Gatì.
Da Aviapartner, nessun commento. «Non intendiamo rilasciare alcuna dichiarazione», dice Marco Milanini per conto della società. Neanche sull’uso improprio dei part-time – troppi rispetto ai lavoratori a tempo pieno – il responsabile di Aviapartner intende dire qualcosa.
Può intanto cantare vittoria chi ha voluto far valere il proprio diritto al posto di lavoro. Anche per il sindacato di base che ha assistito i due uomini mediante i suoi legali, la sentenza di Busto è motivo di fierezza.
Renzo Canavesi (Cub) si dice «soddisfatto», ma mostra anche il volto e la voce dell’amarezza. «La diatriba con la “fabbrica” di lavoro Malpensa, è incredibile», sostiene. «Sono centinaia le storie di questo tipo e ormai non sembra esserci che la via legale per far valere i diritti dei lavoratori. E’ pazzesco».
«Le sentenze di Busto sono un consolidato, ma anche in Appello si vince», annota. «Il problema è l’utilizzo dei contratti precari fuori dai termini di legge. La nostra battaglia e quella del sindacato tutto contro il lavoro precario, continua e deve continuare. Purtroppo continuano anche le illegalità da parte di molti, troppi attori che operano in aeroporto: dal cargo, al catering».
Circa Aviapartner, Canavesi rimarca la «ricattabilità anche dei lavoratori “fissi” che non hanno un orario pieno». Da qui la voce di denuncia sull’utilizzo dei part-time in larga quantità, «ben oltre il consentito». Attacca il sindacalista della Cub: «Aviapartner elude il contratto collettivo nazionale di lavoro che prevede una percentuale massima di personale part-time non superiore al 45% del personale a tempo pieno». In numeri, Aviapartner ne dovrebbe contare al massimo 51 tra Malpensa e Linate e invece «ne ha ben 208», sottolinea Canavesi che informa delle denunce inoltrate all’Ispettorato del lavoro e dell’apertura della procedura di raffreddamento.
«I responsabili aziendali, a parole, si sono resi disponibili al confronto, ma senza mai arrivare a una conclusione».
Alessandra Pedroni
p.rossetti
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