MALPENSA – Per sapere se l’aeroporto di Malpensa porterà ufficialmente il nome di Silvio Berlusconi bisognerà attendere almeno fino al 2026. L’attesa si allunga dopo la nuova udienza di oggi, 9 giugno, in cui il TAR ha rinviato la discussione al prossimo 14 gennaio 2026, disponendo un’integrazione documentale.
In apertura di udienza, il Presidente del Collegio ha annunciato l’imminente emissione di un’ordinanza che chiederà ai ricorrenti di integrare il contraddittorio verso nuovi soggetti istituzionali, tra cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Economia e delle Finanze. La richiesta nasce dalla necessità di approfondire la questione della proprietà dell’aeroporto di Malpensa e dei poteri legittimi in capo all’Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) in materia di intitolazione.
Il nodo della legittimità
Il contenzioso ruota attorno all’ordinanza dell’11 luglio 2024, con cui un dirigente della Direzione Territoriale Enac di Milano Malpensa ha deciso di intitolare ufficialmente lo scalo a Silvio Berlusconi, già presidente del Consiglio e figura centrale della politica italiana degli ultimi trent’anni.
A opporsi alla decisione sono stati i Comuni di Cardano al Campo, Samarate e Somma Lombardo – che gravitano direttamente intorno all’aeroporto – e successivamente anche il Comune di Milano, rappresentati nel ricorso congiunto presentato dall’avvocato Fabio Arrigoni.
I motivi del ricorso
I tre Comuni aeroportuali contestano l’intitolazione per ragioni geografiche: lo scalo si trova nella provincia di Varese, ma non nel territorio di Milano, e quindi – secondo i ricorrenti – l’associazione con il nome Berlusconi e il brand Milano sarebbe impropria.
Anche il Comune di Milano, tramite la giunta del sindaco Beppe Sala, ha fatto leva sull’uso del marchio “Milano”, che secondo Palazzo Marino verrebbe sfruttato senza competenza e legittimità, danneggiando l’identità del capoluogo lombardo.
Una battaglia anche politica
La vicenda ha assunto negli ultimi mesi un chiaro profilo politico, con la Regione Lombardia che si è costituita in giudizio contro il ricorso, difendendo la scelta dell’intitolazione e sottolineandone il valore simbolico.
La discussione in Consiglio regionale ad aprile era stata particolarmente accesa, segno di quanto il tema sia sentito tanto a livello istituzionale quanto tra l’opinione pubblica.
Prossime tappe
Il 14 gennaio 2026 sarà la nuova data chiave per capire il destino del nome dell’aeroporto. Nel frattempo, rimane in vigore lo stop alla sospensiva chiesto nel 2024: l’intitolazione è quindi ancora formalmente valida, anche se contestata in sede giuridica.
Nel frattempo, si attendono:
- L’ordinanza del TAR con le richieste puntuali ai ricorrenti
- L’eventuale costituzione dei nuovi soggetti istituzionali coinvolti
- I documenti che chiariranno la catena di titolarità e competenze sull’aeroporto
Un finale ancora lontano
Quel che è certo, per ora, è che l’ultimo capitolo della vicenda “Malpensa-Berlusconi” è ancora tutto da scrivere.