La vittoria di Giulio Pellizzari nella 17ª tappa della Vuelta a España, con arrivo in salita all’Alto del Morredero, ha acceso i riflettori su un talento che sembra destinato a segnare un’epoca. Tra i primi ad elogiarlo c’è Giuseppe Martinelli, storico direttore sportivo del ciclismo italiano, che lo definisce “un purosangue” e “il futuro del nostro sport”.
Martinelli sottolinea come Pellizzari stia crescendo nel contesto ideale, grazie alle scelte ponderate del Team Red Bull-Bora-Hansgrohe, che lo ha portato alla Vuelta con compiti di supporto per Hindley, permettendogli di maturare senza pressioni da capitano. La prestazione al Morredero ha confermato la sua intelligenza tattica: prima al lavoro per il team, poi capace di leggere la corsa e staccare tutti.
Per il tecnico, Pellizzari rappresenta la nuova generazione di corridori completi: uno scalatore puro ma capace di difendersi a cronometro. I paragoni con Nibali? Prematuri: “Solo nella parabola ascendente”, precisa Martinelli, che ne apprezza soprattutto l’umiltà e la naturalezza con cui affronta le gare.
L’augurio del veterano è semplice e diretto: “Bravo, davvero bravo. Vai avanti così.” Una frase che vale come una consacrazione per il 21enne marchigiano, già simbolo di un ciclismo italiano in cerca di un nuovo leader.