«Sono nato in casa, allora si usava così». Con queste parole Massimo Boldi apre il racconto del suo ottantesimo compleanno, celebrato il 23 luglio 2025. Era il 1945 quando venne alla luce al numero 29 di via Bernardino Luini, a Luino, città che resta nel cuore del celebre comico, nonostante da anni viva a Milano. E proprio davanti a quella casa, oggi, Boldi confessa un piccolo desiderio: «Mi piacerebbe ci fosse un monumento, non dico a me, ma alla comicità».
I primi dieci anni li ha trascorsi sul Lago Maggiore, poi la vita e il lavoro lo hanno portato altrove, ma il legame con la sua città natale è rimasto vivo. Nel 2016 il Comune di Luino lo ha nominato ufficialmente “Ambasciatore nel mondo”, un riconoscimento accolto da tutti con naturalezza, segno di un affetto mai venuto meno.
“A Luino torno sempre, anche se l’ho tradita per un giorno”
Negli ultimi tempi, Boldi ha fatto meno ritorni del solito, ma c’è sempre un buon motivo: «Recentemente ho tradito Luino per andare a Laveno Mombello a fare gli auguri di persona a Renato Pozzetto, che ha compiuto 85 anni il 14 luglio. Ma torno spesso, appena posso. Vado sempre a rivedere la mia vecchia casa e il Teatro Sociale, dove è nato il mio amore per il cinema».
Un amore nato grazie a Renato Angiolini, vicino di casa, proiezionista del teatro e titolare di un negozio di elettrodomestici. Proprio al Sociale – oggi intitolato a Dario Fo e Franca Rame, scelta che Boldi ha pienamente condiviso – il giovane Massimo assistette alla prima nazionale de Lo svitato, con un giovanissimo Fo protagonista. «Fu mio padre a portarmi. Quella sera me la ricordo come fosse oggi».
Il comico nasce sui banchi di scuola
Il talento comico di Boldi si è rivelato fin dai tempi della scuola elementare. «La mia maestra sapeva che mi piaceva raccontare barzellette. Ogni tanto mi chiedeva di dirne una in classe… così si prendeva una pausa per fumare!», ricorda ridendo.
I registi, del resto, lo hanno spesso messo in ruoli scolastici: studente, professore, mai però bidello o preside. «Sarei stato un perfetto bidello balabiott, una versione lombarda di Alvaro Vitali», scherza. «Anche se, a differenza dei miei personaggi, a scuola andavo davvero bene. Quando lo dico, nessuno ci crede, ma è la pura verità».
Il successo di Natale sul Nilo e l’omaggio della critica
Tra i tanti film, uno svetta sopra tutti per successo commerciale: Natale sul Nilo. «Ha incassato oltre 28 milioni di euro. Fu un successo di squadra, con Neri Parenti alla regia. Ma ricordo con particolare emozione il giudizio di Goffredo Fofi, che mi definì “comico puro”. Essere apprezzato da un critico di quel calibro fu una grande soddisfazione».
Anche Franca Faldini, compagna di Totò e studiosa del cinema, gli regalò una copia del suo libro sul Principe della risata con una dedica che Boldi non ha mai dimenticato: “Ora tocca a te”. «Parole che mi hanno aiutato tanto, specialmente quando i nostri film venivano spesso demoliti dalla critica».
Ottant’anni portati con autoironia e gratitudine. Boldi resta uno dei volti più amati della commedia italiana, capace di attraversare decenni senza mai tradire il proprio stile. E se un giorno a Luino dovesse sorgere davvero un monumento alla comicità, nessuno dubiterebbe su chi ne abbia ispirato l’idea.