SARONNO Matrimoni misti in netto calo in città con l’applicazione prima del protocollo voluto dall’amministrazione Gilli e dalla scorsa estate delle norme inerenti l’anagrafe inserite nel pacchetto sicurezza. Mediamente negli anni scorsi in città si celebravano una ventina di matrimoni misti all’anno mentre nel 2009 le unioni sono state meno di dieci. In realtà un primo netto calo di stranieri che arrivano in municipio per chiedere di sposarsi si è già registrato con l’approvazione del protocollo con cui la giunta s’impegnava a far verificare dagli uffici la regolarità dello straniero che si presentava per contrarre matrimonio anche se non era previsto un obbligo di legge. Già l’approvazione di questo regolamento aveva fatto diminuire nettamente il numero di stranieri che si rivolgevano in Comune per sposarsi con un cittadino italiano. Un’ulteriore riduzione si è registrata negli ultimi mesi con l’immediata e piena applicazione di quanto previsto dal pacchetto sicurezza: «Grazie alla piena collaborazione degli uffici – spiega il vice commissario Biagio del Prete delegato a seguire proprio il settore dell’anagrafe – abbiamo dato immediata applicazione a quanto previsto dal decreto, ossia
una verifica immediata della regolarità dello straniero che chiede di contrarre matrimonio». Un’operazione non semplice per la quale spesso non basta una verifica del permesso di soggiorno: ci sono casi e situazioni diverse per questo il personale ha recentemente partecipato ad un pomeriggio di studio in cui sono stati affrontate le diverse casistiche. Se le nuove normative hanno ridotto notevolmente il numero di stranieri che si presenta allo sportello per contrarre matrimonio a scendere è anche stato il numero effettivo di matrimoni misti: nel 2008 su 144 matrimoni celebrati in città quasi il 15,2%, ossia 22 unioni, erano miste. Nel 2009, invece, le unioni tra cittadini italiani e stranieri sono state solo 9. Diversa la situazione delle unioni tra stranieri: qui a registrare un vero e proprio boom sono i matrimoni tra romeni sia perché si tratta di una delle comunità più numerose in città e sia perchè per effetto dell’ingresso della Romania sono diventati “regolari”. Chi non è in regola con il permesso di soggiorno e vuole comunque unirsi ad un connazionale sceglie di sposarsi al proprio consolato.
f.tonghini
© riproduzione riservata











