Max Pisu ritorna a Gallarate E non dimentica la mandarda…

GALLARATE Le “Amnesie” di Max Pisu interrogano il pubblico di Gallarate al teatro Condominio Vittorio Gassman. Dove il simpatico e bravo attore e cabarettista legnanese, noto al grande pubblico per il suo “Tracisio” e per le sue partecipazioni, tra l’altro, a Zelig, ma anche in puntate di “Don Matteo” e “I Cesaroni”, porta sabato alle 21 il suo spettacolo. “Amnesie”, appunto, testo scritto con Riccardo Piferi, che ne cura anche la regia (biglietti in vendita al costo compreso tra 15 e 25 euro). Uno spettacolo divertente, ma che invita anche a riflettere, nello stile a cui Pisu ci ha abituati. Come nasce lo spettacolo? Se se lo ricorda, naturalmente, visto che parliamo di “Amnesie”…Sì, “Amnesie”. Ma mi ricordo: nasce portando sul palco situazioni in cui dimentichiamo di avere intorno altri: bambini, anziani, persone deboli… Amnesie volontarie o no, ma che comunque ci fanno dimenticare chi ci sta intorno, perché nella vita quotidiana corriamo troppo. Per esempio: c’è il quadro del papà che attende il figlio fuori da scuola. Attende, attende, escono tutti i bambini, ma il suo no. Perché? Perché il padre lo sta aspettando fuori dal cancello della scuola elementare, ma il figlio

frequenta già le medie…La conosciamo soprattutto in teatro e cabaret, ma l’abbiamo apprezzata anche sul piccolo o grande schermo: che cosa preferisce, tv o teatro?Il teatro, sempre. Per il contatto con il pubblico. E perché arrivo da lì. E vedere il pubblico ridere, per me resta la prima cosa.Lei a Gallarate, al Condominio, è già stato: che ricordo ha?A Gallarate ci sono spesso, essendo di Legnano. Certo, mi sono esibito in teatro e in altri locali, ma tante volte ci sono anche a cena. Insomma, a Gallarate sono un po’ di casa. Anzi, anni fa ci stavo anche comprando casa, una mansardina. Avevo già anche versato la caparra, ma poi l’agenzia immobiliare ha chiuso dall’oggi al domani. Non ho più trovato nessuno, neppure al telefono…Senta, ma perché venire al Condominio il 23 febbraio?O no, non me lo ricordo! Ah, no, ecco: perché ci sono situazioni in cui ti puoi rivedere, sono spaccati di vita in cui la gente si rispecchia e ride. E poi perché lo spettacolo non è volgare, fa divertire: una serie di monologhi in cui in scena ci sono io che parlo e interagisco con più persone, che però non ci sono.

L’intervista completa sul giornale in edicola mercoledì 20 febbraio

s.bartolini

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