Maxi operazione antidroga. Perquisizioni in tutto il Varesotto

Sgominata un’intera banda di marocchini. Undici ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura di Busto Arsizio

I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Varese, con il supporto dell’Arma locale e dei carabinieri cinofili di Casatenovo (LC), Orio al Serio (BG) e Volpiano (TO) hanno dato esecuzione a 11 ordinanze di custodia cautelare (di cui 7 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) emesse dal G.I.P. del Tribunale di Busto Arsizio (VA) nei confronti di altrettante persone di nazionalità italiana e marocchina, residenti nelle province di Varese, Milano e Novara, ritenute responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, di un’organizzazione che riforniva di hashish e cocaina diverse piazze di spaccio tra Varese, Busto Arsizio, Gallarate, Legnano, Novara e Pavia.

Foto delle 11 persona in custodia cautelare

Foto delle 11 persona in custodia cautelare

(Foto by Varese Press)

L’indagine, denominata “Alleanza”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio (VA) e condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Varese, ha avuto origine nel mese di novembre del 2013, quando una pattuglia dei Carabinieri di Varese, nel transitare in abiti civili nella periferia di Busto Arsizio, ha assistito all’incontro tra un individuo di origini gelesi, vicino agli ambienti della “Stidda”, ed un pluripregiudicato calabrese, poi emigrato in Spagna e ritrovato morto il 28 marzo del 2015 nelle campagne di Isola Capo Rizzuto (KR), suo luogo di origine, attinto da diversi colpi d’arma da fuoco.
Da tale iniziale spunto, ipotizzando che alcuni soggetti considerati elementi di spicco nel mondo dello spaccio degli stupefacenti della Lombardia, seppur legati a realtà criminali di diverse provenienze geografiche, superando il concetto di “predominio territoriale” nonché l’apparente distanza del luogo di origine dell’organizzazione di appartenenza, stessero creando una sorta di “alleanza” per meglio garantirsi ingenti introiti dallo spaccio di sostanze stupefacenti nella provincia di Varese, gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’intero organigramma dello spaccio bustocco e gallaratese, identificando sia gli importatori dei “pacchi” (dove per pacco si intendeva una quantità di hashish di circa 30 kg) – i quali per comprare la merce dal Nord Africa e dalla Spagna si avvalevano di fornitori marocchini (anche questi individuati ed assicurati alla giustizia) – sia gli acquirenti finali, che acquistavano chilogrammi di sostanza stupefacente, per poi rivenderla sul territorio in quantità più ridotte.
Nel corso dei mesi di indagini, che vedono coinvolte – a vario titolo – complessivamente 50 persone, tra cui i destinatari delle misure odierne, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese, dopo aver decriptato il linguaggio cifrato usato per celare il vero oggetto delle conversazioni tra gli indagati (un vero e proprio codice in cui l’hashish, ad esempio, veniva chiamato ’’Super’’, ’Lavazza’’, ’’Panini”, “Birre”, “Pacco” e – per indicare la sostanza di qualità migliore – “Telecomando”, mentre la “cocaina” – anch’essa spacciata dal sodalizio anche se in misura meno ingente – era chiamata “Bianca”, distinguendola dalla “bionda”, che invece era riconducibile ad un altro tipo di hashish molto ricercato dai clienti) a seguito di numerosi servizi di osservazione, pedinamento e controllo, hanno arrestato in flagranza di reato 6 persone e sequestrato 20 kg di sostanza stupefacente, ricostruendo un giro di affari pari a circa 120 mila euro al mese.