VARESE Sanità e mazzette: perquisita l’abitazione dell’ex senatore Pdl Antonio Tomassini. La verifica eseguita dalla guardia di finanza rientra nell’indagine coordinata dal pubblico ministero Agostino Abate che vede quali principali indagati i fratelli Sandro e Antonello Polita, entrambi accusati di corruzione. Proprio i due imprenditori varesini, coinvolti in una serie di fallimenti a catena che hanno visto il gruppo imprenditoriale in quota alla famiglia disgregarsi, aveva accusato in un esposto l’ex presidente della commissione sanità al Senato di aver ricevuto mazzette, così come avrebbe fatto Carlo Lucchina, ex direttore generale della sanità lombarda, per l’accreditamento di cliniche sanitarie controllate dal gruppo Polita all’epoca dei fatti (nello specifico la clinica La Quiete di Varese oggi in capo ad altra società estranea ai fatti), nonché dell’intermediazione per ottenere i permessi necessari alla realizzazione dell’hotel di Capolago costruito dai Polita in occasione dei mondiali di ciclismo disputati a Varese nel 2008. La perquisizione è scattata subito dopo l’insediamento del nuovo parlamento, organo governativo dal quale l’ex senatore Tomassini è stato
escluso dal giudizio delle urne. Non essendo più parlamentare in carica Tomassini non poteva più godere “dell’immunità”: i finanzieri hanno quindi potuto avere libero accesso ai luoghi indicati dal decreto di perquisizione. Un controllo dovuto: Tomassini, infatti, figura nel registro degli indagati. Una perquisizione che avrebbe dato esito negativo: non sarebbero state trovate prove del coinvolgimento di Tomassini in un giro di mazzette collegate alla sanità. I finanzieri avrebbero preso in carico per analizzarlo del materiale informatico tra cui un tablet e dei telefonini. L’ex senatore Pdl, difeso dall’avvocato Piermaria Corso, ha di fatto sempre rigettato ogni addebito dichiarando, sin dal dicembre scorso quando l’inchiesta della procura varesina venne a galla, di essere sereno e di «avere fiducia nell’operato della magistratura affinché la mia posizione possa essere chiarita». Due settimane fa, nel frattempo, sono stati sequestrati in via preventiva beni mobili ed immobili nelle pertinenze della famiglia Polita per un valore di oltre quattro milioni di euro. Sequestro contro il quale è stato presentato un ricorso.
s.bartolini
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