Milano, 11 feb. (Apcom) – Le dimissioni di Enrico Mentana dalla
carica di direttore editoriale di Mediaset per la mancata messa
in onda, lunedì sera, di uno speciale sulla morte di Eluana
Englaro su Canale 5 in prima serata, non convincono due pesi
massimi delle reti del Biscione come Maurizio Costanzo e Emilio
Fede.
Ospiti di Chiambretti Night che per una notte ha rinunciato a
“nani e ballerine” per parlare delle ripercussioni televisive del
caso Englaro,i due giornalisti si sono trovati d’accordo su un
punto: dietro all’abbandono dell’ex direttore del Tg5 c’è altro,
altrimenti un addio così improvviso non è giustificato.
Entrambi hanno citato i precedenti, primo fra tutti quello della
morte della morte di Alfredino Rampi, il bambino caduto in un
pozzo a Vermicino e seguito nella sua agonia da una lunga “e
irripetibile” diretta televisiva a reti unificate che non aveva
precedenti. “Certamente anche io avrei avuto voglia di chiedere
la prima serata se fossi stato nei panni di Mentana, ed è
probabile che mi avrebbero detto no”, ha detto Costanzo durante
la registrazione in onda stanotte su Italia 1. certo è ha
continuato il giornalista che gli ascolti record di ieri del
grande fratello, 22 per cento di share, forse meritano “un
ulteriore riflessioni e le stesse dimissioni di Mentana fanno
venire il dubbio che ci sia altro dietro”. “Nessuno vuole fare il
lavoro dell’altro ha continuato- ma si dovrà sapere cosa è
successo”.
Sulla stessa linea il direttore del Tg 4 al quale Mediaset ha
affidato lunedì sera il compito di gestire la diretta in prima
serata mentre su Canale 5 andava in onda regolarmente il reality
show. “Mentana – ha detto Fede – l’ho messo in video io per la
prima volta quando ero direttore del Tg 1, è bravissimo, l’ho
sentito la stessa sera, mi ha detto che non aveva nulla contro di
me”.
Quanto alle dimissioni il giornalista ha detto che non le
capisce: “Si chiarirà cosa c’è prima, cosa c’è dopo e soprattutto
cosa ci sarà domani”. In ogni caso se fosse al posto di Mentana,
Fede ci ripenserebbe e comunque la sua linea è che “se ci sono
problemi in famiglia si risolvono in famiglia”.
A favore del conduttore di Matrix si è schiarito invece Pietro
Sansonetti, ex direttore di Liberazione, secondo il quale
“Mentana ne esce bene”. Io – ha ricordato – quando ho avuto
problemi con il mio editore mi sono attaccato alla poltrona e mi
hanno dovuto cacciare. In Italia chi si dimette è da benedire”.
Anche il cardinale Ersilio Tonini, si è schierato dalla parte di
Mentana. “Io sono con lui. Non è un servo, secondo me ha fatto
bene”. In ogni caso, ha osservato lo stesso Chiambretti, alle 22
di ieri “Ha deciso di dimettersi soltanto, pare, dalla carica di
direttore editoriale”. Più che un moderatore, ha infine osservato
il critico televisivo Gianluca Nicoletti, Chiambretti è sembrato
un notaio intento ad aprire il testamento di Mentana di fronte a
due potenziali eredi come Costanzo e Fede.
Cep
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