“Mensa dei poveri”: la Procura chiede l’assoluzione per Paolo Orrigoni e qualche attenuante per Lara Comi

L’imprenditore varesino, patron di Tigros, già assolto in primo grado: in appello cade anche l’ipotesi di traffico di influenze. Richieste attenuanti per Lara Comi.

Una richiesta di assoluzione piena per Paolo Orrigoni, imprenditore varesino e fondatore della catena di supermercati Tigros, è stata avanzata dalla Procura Generale della Corte d’Appello di Milano nel processo di secondo grado noto come “Mensa dei poveri”. Orrigoni era accusato di corruzione in relazione a un presunto pagamento di 50 mila euro a Nino Caianiello, ex figura di riferimento di Forza Italia, per ottenere una variante urbanistica su un’area di Gallarate destinata alla costruzione di un nuovo punto vendita.

Assolto già in primo grado per l’ipotesi di corruzione, l’imprenditore era comunque tornato alla sbarra dopo il ricorso della Procura milanese. Tuttavia, nel secondo grado di giudizio, la stessa Procura Generale ha deciso di non sostenere le accuse, chiedendo l’assoluzione anche in merito all’ipotesi subordinata di traffico d’influenze, reato recentemente ristretto nella definizione giuridica dalla riforma voluta dal ministro Nordio. Secondo la nuova norma, il reato è configurabile solo nel caso in cui la mediazione porti a una condotta illecita di un pubblico ufficiale, circostanza che non sarebbe emersa nel caso di Orrigoni.

Coinvolti nella stessa vicenda anche Piero Tonetti, proprietario dell’area, e Alessandro Petrone, ex assessore gallaratese vicino a Caianiello, che hanno scelto la strada del patteggiamento.

Intanto, novità anche sul fronte giudiziario di Lara Comi, ex europarlamentare di Forza Italia. Condannata a 4 anni e 2 mesi in primo grado per truffa ai danni dell’Unione Europea e corruzione in concorso con Giuseppe Zingale (ex direttore di Afol), la Procura Generale ha chiesto una revisione della sentenza: assoluzione per la corruzione — in quanto le chat WhatsApp utilizzate come prova sarebbero coperte da immunità parlamentare — e riduzione della pena per la truffa, con concessione delle attenuanti generiche e considerazione dell’avvenuto risarcimento.

La sentenza di secondo grado è attesa nelle prossime settimane.