Mercato, delusi solo i megalomani Il Varese è forte con un neo: le fasce

VARESE Possiamo storcere il naso e abbatterci finché vogliamo. Possiamo legittimamente pensare che facendo un sacrificio economico e tenendolo per un altro anno, De Luca avrebbe fatto venti gol, e poi tutti si sarebbero gettati ai piedi di Rosati per coprirlo di milioni.

Possiamo obiettivamente temere di non trovare più un altro De Luca perché le poche risorse del club sono rivolte alla prima squadra, lasciando le briciole al vivaio (ma d’altro canto a Varese è sempre stata la prima squadra a trascinarsi tutto il resto, tifosi compresi: o vogliamo negarlo?).

Possiamo puntare i piedi finché vogliamo, lamentarci, avere la puzza sotto il naso ma se tutto ciò durasse più d’un battito di ciglia, faremmo solo il male del Varese e diventeremmo un rivale più invincibile del Verona o dello Spezia, perché la sfiducia e gli attacchi, quando vengono dall’interno, sono peggiori di qualunque nemico.

Per tutto ciò, e anche per non perdere la nostra dimensione fatta di fari spenti, nuove albe e ripartenze continue diciamo: ben venga la cessione della Zanzara e un mercato realista se servirà a spazzare via chi sarebbe venuto allo stadio pensando soltanto a replicare il passato, ad ammazzare il campionato o andare in serie A.

Da Borghi a Marotta, da Milanese a Sogliano, il nostro destino è quello riservato – da riservare – a De Luca. I migliori vanno in A un secondo prima che Masnago diventi troppo piccolo per loro. Qui non s’incatena nessuno, e De Luca avrebbe vissuto come una prigione un’altra stagione biancorossa. Qui s’inventa, si lancia e si rilancia, si cresce e si cambia: il giorno che smettessimo di fare il Varese, perderemmo il nostro marchio, la nostra differenza e unicità. Che ci ha sempre condotto più lontano della grandeur, dei grandi nomi, dell’arroganza, delle spese folli, dei proclami.

Chi siamo noi per piangere sulla Zanzara volata via? Che cosa pretendiamo dalla società, e a quale titolo? I campioni lasciamoli liberi, e raffreddando la mente ci accorgeremo di queste cose.
1) La difesa è forte, Carozzieri è più carismatico e uomo-spogliatoio dello splendido individualista Terlizzi (deve ancora spiegarci il misterioso infortunio di Marassi), ed è più futuribile con Fiamozzi e Lazaar di quanto lo fosse con Cacciatore: voleva andarsene soltanto in A ed è al Verona; evidentemente pensa che i veneti lo siano già.
2) Kone vale Kurtic, non era giusto oscurare Filipe con Delvecchio, e l’unico neo rispetto a un anno fa è rappresentato dalle fasce: Oduamadi è rotto, Rivas mancherà.
3) De Luca ha fatto 11 gol, ma Momenté e il vero Ebagua non sono da meno. E solo il vero Ebagua poteva scrivere ieri su Facebook a Beppe: «Spero che tu possa far battere i cuori dei tuoi nuovi tifosi, spero con tutto il cuore che tu realizzi tutti i tuoi sogni semplicemente perché col tuo modo di fare hai conquistato uno spogliatoio dal nulla, in bocca al lupo figlio di Masnago. Che il vento del Franco Ossola soffi sempre in tuo favore piccolo grande uomo». Bentornato, Giulio.

Andrea Confalonieri

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