Meteo, l’anticlicone scalda pure i giorni della Merla: temperature miti, cosa sta succedendo

Le ultime tre giornate di gennaio sono sempre state considerate il periodo più freddo dell'inverno, ma oggi non è così. Domina un clima anomalo, nebbie e niente precipitazioni. Le preoccupazioni per l'agricoltura

MILANO – L’anticlicone subtropicale perdurerà sull’Italia per almeno altri 12-14 giorni, portando tempo stabile e mite. I giorni della Merla, che iniziano oggi e che sono sempre stati considerati il periodo più freddo dell’inverno, saranno caratterizzati da un clima primaverile. E’ quanto annuncia Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo sottolineando che “di fatto questa possente alta pressione ‘ruberà”‘ alla stagione invernale quasi 30 giorni”. La stabilità atmosferica portata dall’anticiclone garantirà giornate soleggiate e piacevoli al Centro-Sud e sui settori alpini e prealpini ma provocherà anche la formazione di nebbie o nubi basse sulla Pianura Padana e,

al mattino, lungo le coste tirreniche. A partire da giovedì 1 febbraio, e soprattutto il giorno della Candelora (2 febbraio), ci saranno sempre meno nebbie a favore di un più ampio soleggiamento. L’anticiclone, infatti, si rafforzerà ulteriormente e anche le temperature aumenteranno. I valori massimi diventeranno via via più gradevoli su tutte le regioni e compresi tra 13 e 18°C un po’ ovunque. Nel dettaglio – Lunedì 29. Al nord: possibili nebbie o nubi basse in pianura, sole altrove. Al centro: soleggiato e clima piacevole. Al sud: più nubi solo su Puglia, Basilicata e Sicilia ionica. – Martedì 30. Al nord: consuete nebbie o nubi basse in pianura, tutto sole in montagna. Al centro: in prevalenza soleggiato. Al sud: bel tempo. – Mercoledì 31. Al nord: nebbie in pianura, sole in montagna. Aumento termico. Al centro: nubi basse sulle coste, specie al mattino, irregolari altrove. Al sud: tutto sole. – Tendenza: sempre meno nebbie al Nord e temperature in aumento.

Temperature miti fuori stagione: le preoccupazioni di Coldiretti

Temperature primaverili nei giorni della merla, che secondo tradizione sono i più freddi dell’anno, con il risveglio anticipato della natura ed una preoccupante siccità invernale. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare l’anomalia degli ultimi tre giorni di gennaio con la colonnina di mercurio che nelle ore più soleggiate sale vicino ai 15 gradi da Roma a Palermo, da Genova a Cagliari.

Il caldo fuori stagione – sottolinea la Coldiretti – manda la natura in tilt e favorisce in tutte le piante il risveglio anticipato anche le fioriture anticipate come per le mimose in anticipo di un mese rispetto alla data dell’8 marzo, con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature con la conseguente perdita dei raccolti.

Ma a preoccupare è anche la siccità dopo un 2023 che ha fatto registrare la caduta del 14% di precipitazioni in meno ed una temperatura superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr che evidenzia come con i cambiamenti climatici vengano smentiti addirittura gli antichi proverbi sui giorni della merla. E’ infatti saltata la tradizione dei giorni della merla (29-30-31 di gennaio) che secondo la leggenda – ricorda Coldiretti – sono i più freddi di tutto l’anno e sembra prendano il nome da una merla bianca che si rifugiò dentro un camino proprio per sfuggire al gelo. Dopo tre giorni uscì dal comignolo, completamente nera. Da allora tutti i merli sono neri. C’è – continua la Coldiretti -scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica e una situazione di stress idrico che cresce ma mano che si scende verso Sud con apice nelle isole, che non è certo normale nel mese di gennaio.

Negli invasi della regione Sardegna il primo gennaio c’era il 21% di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre in quelli della Sicilia a gennaio 2024 il deficit è del 13% rispetto all’anno precedente secondo le analisi Coldiretti sui dati dei Dipartimenti Idrografici Regionali. Per la scarsità di pioggia – precisa la Coldiretti – c’è carenza di fieno nei pascoli e difficoltà allo sviluppo ortaggi ma sono segnalate difficoltà per le arance o le insalate che non riescono a crescere adeguatamente per la carenza di acqua.

L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” afferma la Coldiretti nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”. Un obiettivo che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm ma servono anche – conclude Coldiretti- investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno.