Mezza Jerago presente: «Per noi resterà sempre il “nostro” don Mario…»

C’erano il sindaco Ginelli e il parroco, e tanta gente comune

Mezza Jerago in Duomo per assistere all’ingresso solenne del nuovo Arcivescovo Delpini. «Siamo orgogliosi di don Mario» il commento all’unisono del sindaco e del parroco don . In prima fila anche il governatore e il presidente del Consiglio regionale.

Tutto l’orgoglio e l’emozione della piccola Jerago, il paese d’origine del nuovo Arcivescovo, alla cerimonia dell’ingresso solenne in Duomo. Il sindaco di Jerago con Orago Giorgio Ginelli, unica fascia tricolore presente in Duomo insieme a quella del “padrone di casa” Giuseppe Sala, era in seconda fila, tra le massime autorità civili e militari. Con lui in Duomo c’era l’intera giunta comunale, con il vicesindaco e gli assessori, e . Nella sala del Trono, dove l’Arcivescovo Delpini ha ricevuto i saluti istituzionali, dopo il Prefetto di Milano la scaletta era tutta varesina, con Maroni, Cattaneo e Ginelli a porgere le congratulazioni ufficiali.

Delpini ha accolto il sindaco di Jerago con Orago calorosamente: «Signor sindaco, sono lieto di vederti». E Ginelli, che ha parlato della cerimonia come di «un momento molto coinvolgente», racconta l’incontro con il neo-Arcivescovo: «Gli ho detto, a nome dei miei concittadini, che siamo fieri e orgogliosi di lui, che gli siamo vicini per la grande responsabilità che ha assunto, ma anche che sono sicuro che grazie ai valori della sua famiglia e del suo essere jeraghese farà bene e sarà un esempio per tutti noi».

In tutto in Duomo c’erano più di 200 persone in arrivo da Jerago, tra parenti (in tutto circa 150), amici e semplici parrocchiani che, con il pullman organizzato dalla Comunità pastorale Maria Regina della Famiglia di Jerago, Orago e Besnate, hanno raggiunto la metropoli. «Per il nostro paese è un evento epocale» ammette il sindaco Ginelli. Non poteva mancare nemmeno il parroco di Jerago don Remo Ciapparella, che non nasconde l’emozione provata insieme ai suoi parrocchiani nel partecipare alla cerimonia dell’ingresso solenne di quello che per gli jeraghesi rimarrà sempre “don Mario”: «La gente di Jerago era contentissima, siamo tutti molto orgogliosi e glielo ribadiamo ogni volta – ammette don Remo – gli ho detto di cercare di farsi vedere lo stesso da noi e lo abbiamo già invitato per l’inaugurazione della nuova facciata della chiesa parrocchiale di San Giorgio, quando sarà completata. Ora ha molti più impegni ma sappiamo che ci rimarrà sempre vicino».

L’orgoglio dei suoi compaesani nasce anche dal percepire l’apprezzamento e il piacevole stupore crescente da parte di chi è meno abituato al modo di porsi di monsignor Delpini: «Noi lo conosciamo già e non ci stupiamo, ma nei suoi interventi anche ieri ha messo quel tocco di simpatia che provoca l’ilarità generale ed è stato molto brillante e profondo, sia quando ha parlato di tutti come fratelli e sorelle al di là del fatto di essere credenti o non credenti o della confessione religiosa, sia quando ha commentato il motto del suo episcopato, molto bello».

Non è solo Jerago a salutare con particolare emozione la salita di Mario Delpini al soglio di Ambrogio, anche l’intera provincia di Varese, che in questo momento esprime già le due massime cariche istituzionali in Regione Lombardia, con il presidente Maroni e il presidente del consiglio Cattaneo. «Porto il benvenuto di Regione Lombardia» ha affermato Maroni, mentre Cattaneo ha rivolto «un caloroso benvenuto all’Arcivescovo che oggi fa il suo ingresso ufficiale a Milano, nella città e nella Diocesi più grande della nostra Regione e del mondo. Nella tradizione ambrosiana sono certo che Delpini saprà porre attenzione al nostro territorio nello spirito della carità e dell’attenzione al prossimo. A lui uno speciale augurio di buon lavoro come nuova guida spirituale e morale per tutti». In Duomo c’era anche il Prefetto di Varese , ma non il presidente della Provincia.