MILANO – Un’indagine della Guardia di Finanza di Milano ha portato alla scoperta di una società che rappresentava fiscalmente in Italia oltre 26.000 imprese straniere, diventando di fatto un hub per sofisticate frodi IVA transnazionali. L’attività, priva di reali strutture operative, è stata chiusa d’ufficio dall’Agenzia delle Entrate per gravi irregolarità fiscali e mancanza di requisiti minimi di affidabilità.
Una società “di carta”
Le Fiamme Gialle hanno individuato un’unica sede milanese a cui risultavano collegate decine di migliaia di partite IVA estere. Dai controlli è emerso che la società non aveva personale, beni strumentali né documentazione contabile relativa alle imprese rappresentate. L’amministratore unico, privo di esperienza e sostanzialmente sconosciuto al Fisco, gestiva così un sistema che permetteva agli operatori esteri di eludere i versamenti IVA, scaricando il debito sulla società rappresentante, a sua volta insolvente e priva di patrimonio.
Stop immediato e misure preventive
Per evitare il proseguimento delle frodi, la Guardia di Finanza ha ottenuto la cancellazione della partita IVA e l’esclusione della società dalla banca dati VIES (utilizzata per le operazioni intracomunitarie). Questo intervento mira a bloccare sul nascere i meccanismi di evasione che sfruttavano il commercio online e la normativa sulle rappresentanze fiscali.
Nuove regole per i rappresentanti fiscali
Negli ultimi mesi è stata introdotta una garanzia economica obbligatoria per i rappresentanti fiscali, che varia da 50.000 euro fino a 2 milioni in base alle posizioni gestite. L’obiettivo è rafforzare i controlli sulle partite IVA estere e incentivare la trasparenza.
L’operazione milanese conferma la strategia della Guardia di Finanza, sempre più orientata non solo alla repressione, ma anche alla prevenzione delle frodi e alla promozione della compliance fiscale.