Milano vince il derby 79-69

Serie A Beko: nonostante un’ottima reazione nell’ultimo quarto, la Openjobmetis deve arrendersi alla capolista.

Su questa pagina, aggiornamenti ogni quarto direttamente dal Forum di Assago. Sul nostro profilo Twitter, la diretta, azione per azione, della partita. Sul giornale in edicola lunedì 16 marzo, approfondimenti, interviste e pagelle.

: Brooks 15, Gentile, Moss e Ragland 10, Samuels 8
: Maynor 17, Jefferson 15, Callahan 13, Eyenga 10

L’ultimo periodo del match parte con un parziale di 9-0 a favore della Openjobmetis: lo svantaggio scende fino a 14 punti. Dopo il time out di Banchi, la storia di non cambia: il parziale sale a 11 punti, ma la Openjobmetis spreca con Rautins e Maynor la possibilità di riaprire definitivamente il match. Le loro triple vengono infatti respinte dal ferro. Milano non segna mai e Varese accorcia ancora con Maynor, portandosi sul -11. Milano segna con Samuels i primi punti del quarto dopo 7 minuti di gioco, ma il risultato finale era già scritto. L’ultimo minuto inizia con le squadre separate da 11 punti, troppi per essere colmati in 60 secondi. La Openjobmetis esce sconfitta dal Forum, ma il carattere messo in campo lascia ben sperare per i prossimi match.

Varese parte bene con un gioco da tre punti di Jefferson. Milano, imprecisa in costruzione, offre ai biancorossi la possibilità di accorciare nuovamente, ma è lo stesso Jefferson a non approfittarne. La pressione della EA7 si fa intensa e Varese sprofonda: due triple di Ragland riportano la Openjobmetis a 25 punti di distacco. A metà quarto, Varese reagisce e porta lo svantaggio sotto quota 20 punti. Milano però non si fa intimorire e al 30’ minuto il risultato dice 73-50.

Divario che si allarga fra le due squadre: una serie di triple firmate Brooks e Kleiza, sommate all’ottimo lavoro sporco sotto canestro di Moss e Samuels, spediscono la Openjobmetis a -21. Positivi tra le file dei varesini Eyenga e Callahan, ma in questi dieci minuti il divario tra le due squadre è stato sotto gli occhi di tutti. Caja dovrà tirar fuori il jolly dopo l’intervallo, altrimenti gli ultimi due quarti saranno un lungo calvario.

Primi minuti di equilibrio fra le due squadre, con Varese che scopre la precisione dall’arco di Eric Maynor, autore di due triple consecutive. Sul 10-8 però, Milano inizia a macinare e Varese resta indietro. Senza i canestri del play non segna nessuno e lo svantaggio diventa rapidamente di due cifre. Samuels e Moss intenibili sotto canestro.

: Ragland, Moss, Gentile, Melli, Samuels
: Maynor, Diawara, Kangur, Eyenga, Jefferson

Davide contro Golia, testa e (quasi) coda, conti in banca degni di Paperon de’ Paperoni contro consorzio, campioni affermati davanti a mix di vecchi combattenti del parquet e neofiti: il derby numero 170 è servito.
Oggi (ore 18.15 al Mediolanum Forum di Assago, e in diretta tv su Rete 55) andrà in scena una partita solitamente preceduta da enfasi e aspettative nemmeno da descrivere, come impone qualsiasi sussidiario di pallacanestro italiana: la storia, seppur sbiadita, dovrebbe rimanere sempre tale.


A questa tornata, però, il contorno sembra diverso, più tiepido, più ingessato. Il livello di pathos è ai minimi termini, così come la voglia di gonfiare il petto davanti agli strafottenti cugini e la carica di un ambiente forse ancora troppo impegnato ad assimilare cambiamenti e batoste recenti. Quando si ricerca la stabilità perduta, la voglia di emozione passa necessariamente in secondo piano. Sarà l’ultimo mese passato in apnea, oppure il torpore che nasce dall’essersi salvati da un baratro che da domenica scorsa appare più lontano; sarà il fatalismo della ragione, quello che impone di minimizzare le speranze quando si affronta una squadra che è “più tutto”, o ancora la testa distratta da pensieri che attengono al passato e al futuro, meno al presente. E poi anche…
Sveglia, prima che lo faccia la sirena del 40° minuto ricordandoci di aver perso un’occasione! Questo derby che pare una scomoda parentesi deve essere vissuto con la grinta dei giorni migliori, quella che anima chi non ha nulla da perdere, quella che giace nel profondo di chi è piccolo e brutto e sa di dover emergere contro pronostico. È il derby di Attilio Caja, di colui che sta trasformando una legione pigra e perdente in una truppa di soldati d’assalto e uomini veri, instillando a suon di allenamenti il concetto di impegno e di soddisfazione generata dal sudore.
E se arrivasse la sorpresa? Una sorpresa grande come quella che ci sta regalando il coach pavese, arrivato con la valigia – fatta da altri – gonfia di falsi miti che con umiltà sta sgretolando uno dopo l’altro. Andare a vedere le sedute pomeridiane, please, poi giudicare: generale e non sergente.
Quello che tutti oggi vogliono vedere, entrenador in primis, non è il risultato finale (che rimane un sogno da coltivare in silenzio): piuttosto è una squadra che abbia voglia di non farsi calpestare, di non mollare un centimetro, un insieme di giocatori che diano continuità a quell’abbozzo di rinascita visto contro Roma.
Per una volta si è tutti al completo: non succedeva dalla terza partita di andata, la malefica “sliding door” stagionale con Reggio Emilia (Venezia con Kuba “cieco” non fa testo). Ragland contro Maynor (ma è probabile ci sia la guardia speciale di Moss), Rautins contro lo stesso ex-Siena o contro Brooks, Diawara e Gentile, Kangur versus Melli e Jefferson opposto a Samuels, più una panchina lunga come un’autostrada davanti a un’altra che – in confronto – sembra un vicolo di paese. Rimane una domanda: chi ha voglia di miracolo?