Minacce alla fidanzata «Compra il bar per me»

Gennaro Accarino, pluripregiudicato, in manette per estorsione. La ragazza costretta a obbedire per evitare violenze sui familiari

È finito in manette per estorsione e trasferimento fraudolento di valori , 45 anni, già noto alle forze dell’ordine, originario della provincia di Salerno, ma residente a Fagnano Olona. Lo hanno arrestato i carabinieri della stazione di Somma Lombardo, in collaborazione con i colleghi della Compagnia di Gallarate, perché aveva minacciato, anche con l’uso di armi, una ragazza perché si intestasse un bar.

Accarino, che si trovava in regime di sorveglianza speciale, non poteva intestarsi alcun bene: così aveva studiato un escamotage per gestire ugualmente il locale. La ragazza, con la quale Accarino aveva intessuto un relazione, non intendeva accettare, ma di fronte alle pesanti pressioni e intimidazioni subite, anche nel giro dei suoi familiari e delle sue conoscenze più strette, ha acconsentito a recarsi da un notaio, firmando l’atto con cui si era guadagnata la titolarità del bar. Anche se in effetti si trattava solo di un fatto formale. Addirittura, stando alla ricostruzione compiuta dagli investigatori, Accarino, per metterle ancora più pressioni, sarebbe stato pronto anche al sequestro di una persona a lei vicina. Ma l’operazione per fortuna non si è mai consumata: quando la ragazza ha capito che la situazione si stava facendo sempre più pesante ha accettato di seguire le indicazioni di Accarino.

La scoperta è avvenuta per circostanze molto singolari. Tutto, infatti, ha avuto inizio qualche mese fa, quando qualcuno ha esploso alcuni colpi di pistola in un parcheggio. Le indagini, a cura dei carabinieri di Somma Lombardo, hanno preso il via a seguito di eventi indipendenti dalla vicenda in questione, dai quali è emersa una conversazione che permetteva di avviare accertamenti per definire i contorni di quella che appariva fin dai primi riscontri un’ipotesi estorsiva. I militari,

sulla base degli accertamenti di natura tecnica e delle verifiche investigative svolte anche ascoltando le persone offese, hanno pienamente ricostruito il susseguirsi degli eventi che hanno consentito ad Accarino di ottenere la sottoscrizione del contratto da parte della giovane vittima. La personalità dell’Accarino e la convinzione che il proprio passato criminale fosse utile per instillare nelle vittime, e in coloro che le circondavano, il terrore di ritorsioni, emergeva frequentemente nelle conversazioni telefoniche: «Sono Accarino Gennaro e faccio quello che voglio». Le indagini sono state coordinate dal pm di Busto Arsizio, .