ROMA – Il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo disegno di legge che introduce una serie di restrizioni per l’accesso ai farmaci utilizzati nei percorsi di affermazione di genere da parte di minori con diagnosi di disforia. Il testo, promosso dal ministro della Salute Orazio Schillaci e dalla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, rappresenta una svolta normativa che potrebbe avere un impatto significativo sulla gestione clinica dei percorsi di transizione.
Il provvedimento mira a regolamentare la prescrizione di trattamenti come la triptorelina – bloccante della pubertà – e gli ormoni mascolinizzanti o femminilizzanti, attualmente prescrivibili anche in modalità off-label e a carico del Servizio sanitario nazionale. Con le nuove disposizioni, tali terapie potranno essere somministrate solo con l’autorizzazione di un Comitato etico nazionale pediatrico e previa iscrizione a un registro gestito dall’Aifa.
Secondo il governo, l’obiettivo è “garantire l’appropriatezza prescrittiva” e tutelare la salute dei minori, introducendo un maggiore controllo sui protocolli terapeutici. Tuttavia, la riforma solleva preoccupazioni nel mondo scientifico e tra le associazioni per i diritti civili. Il timore è che l’intervento del Comitato etico possa introdurre criteri valutativi non puramente medici, rallentando o limitando l’accesso alle cure per giovani transgender.
In attesa dei protocolli ufficiali, l’approvazione del disegno di legge apre un nuovo fronte di dibattito nel campo della salute pubblica, tra diritto alle cure e indirizzi politico-ideologici che rischiano di condizionare le decisioni cliniche.