“Mio padre, un vero musicista” Un evento per ricordare Vito Volpe

FOGLIARO Il 27 ottobre scorso si spegneva, all’età di 84 anni, Vito Volpe. Il cantante dell’orchestra Molinari famoso per il timbro della voce baritonale, con il quale interpretava canzoni come “Rose rosse per te”, “Sole mio” e tante altre. Ai matrimoni cantava l’Ave Maria di Schubert con un’intensità tale che alle persone venivano le lacrime agli occhi.

Viso sorridente, bastava guardarlo per diventare allegri. La sua morte è stata un fulmine a ciel sereno, anche perché fino all’ultimo era in gran forma, malgrado soffrisse di alcuni problemi di salute. Non dimostrava l’età che aveva.

«In molti mi chiamano ancora per chiedermi di papà e ci rimangono male a sentire che non c’è più – racconta il figlio Michele, che nel rione è soprannominato “Nonno” – Visto che mio padre era conosciuto da tutti come una persona eccezionale, sto pensando di organizzare una serata per raccogliere intorno

al suo ricordo tutti i suoi amici e i musicisti che hanno lavorato con lui. Mi piacerebbe che questa serata si svolgesse a Sant’Ambrogio, dove mio padre ha vissuto tanti anni (in via Sacro Monte) prima di trasferirsi in via Tonale. Sono sicuro che parteciperebbero anche gli abitanti del rione».

Un’idea è quella di chiedere in prestito alla parrocchia il salone dell’oratorio che sembra un teatro. Durante la serata il figlio farà vedere le registrazioni e proietterà foto che hanno fatto la storia dell’orchestra Molinari. E farà ascolte rare canzoni amate dal padre. «Ho appena finito di trasferire le registrazioni dalle cassette al dvd – spiega Michele, che ha la casa di via Archimede tappezzata di poster e locandine di concerti – Le immagini mostrano mio padre insieme agli altri musicisti, tra cui Francesco Sanvito».

Francesco Sanvito è il musicista di 54 anni di Bizzozero, conosciuto come Cecco, che è morto sul palco nel mese di maggio. «Mio padre era andato al suo funerale – continua Michele – Lì aveva incontrato altri musicisti e amici. Anche in quell’occasione si erano detti che sarebbe stato bello riunirsi tutti, sia per ricordare Cecco, sia per pensare a tutti i bei momenti trascorsi insieme».

Michele Volpe pensa al dono più grande che gli ha lasciato il padre: la forza di vincere la timidezza. «Mi diceva, “canta davanti agli altri che ti passa la timidezza” – racconta Michele – Ancora oggi seguo questo consiglio, ma spesso riesco a metterlo in pratica solo dopo un bicchiere di vino che toglie i freni inibitori. Ringrazio mio padre per aver portato la musica nella mia vita». Con la stessa forza con cui combatte la timidezza Michele riuscirà a portare avanti il progetto della serata. «Sono sicuro che verrebbe benissimo – continua Michele – È una cosa che sento di dover fare po’ perché sono l’unico figlio di Vito, un po’ per realizzare una volontà di mio padre». La serata è infatti una di quelle cose che forse lo stesso Vito Volpe avrebbe organizzato se avesse avuto abbastanza tempo per farlo.
Adriana Morlacchi

e.marletta

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