Miscela di fame, esperienza e gioventù

L’esperto Antonio Franzi passa ai raggi X i giocatori scelti da Moretti e Arrigoni per divertire Varese: Wayns-Galloway amici veri, Thompson simile al fratello, Cavaliero prezioso, Molinaro scommessa

L’entusiasmo è già a mille. Lo abbiamo visto, ammirato, tastato nel prologo di mercoledì. A Varese c’è tanta voglia di pallacanestro e tanta curiosità. Si è parlato molto dei nuovi acquisti dell’Openjobmetis, non resta che vederli all’opera sul parquet. Quello che vogliamo fare oggi è un viaggio alla scoperta dei componenti del roster varesino. Assieme a noi, alla guida c’è , giornalista varesino della Gazzetta dello Sport e libro aperto quando si parla di basket a queste latitudini. Prima di tutto per, una valutazione d’insieme: «Ci sono tante scommesse. Sono del parere però

che e abbiano costruito una squadra interessante, con tante ottime caratteristiche che possono fare entusiasmare i tifosi, che dal canto loro hanno dimostrato di aver recuperato grande passione. Il quintetto è composto da tre giocatori under 24, con i relativi pregi e rischi: Varese aveva bisogno indubbiamente di trovare giocatori da scoprire. Tutti, eccetto Thompson, hanno avuto un’esperienza europea, seppur breve: è importante. Per quanto riguarda i due in prova, Jogela e Junakovic, credo serva di più il primo, che è un quattro». Ed ora, ruolo per ruolo, giocatore per giocatore, scopriamoli.

«Ha una grande capacità di controllo del corpo, caratteristica che lo rende molto interessante. Ottimo in penetrazione, buon attaccante, lavora molto bene sul pick and roll e soprattutto ha dimostrato di adattarsi bene ad un contesto di attacco contro difesa schierata, scenario tipico del campionato italiano. Secondo me, a livello di talento puro, è il migliore della squadra. Il rischio è che lui non sappia inserirsi al meglio nella situazione, ma è un rischio comune a tutti i giocatori. Alla Summer League ha dimostrato di andare a mille, e di non avere più problemi al ginocchio. Con Dallas ha fatto una Summer League molto positiva, è sciolto, istintivo, ha destato ottime impressioni».

«Mi ricordo del Cavaliero che usciva dalla panchina della Scavolini e con Hackett arrivò in semifinale scudetto: in quella squadra Daniele faceva ottime cose. Forse non ha espresso tutto quel talento di cui è in possesso, anche perché fisicamente contro gli esterni americani ha sempre sofferto. Il talento è indiscutibile, se inserito nel contesto giusto può fare bene. Credo possa fare il play, e tra l’altro è sempre stato nel giro della nazionale. Hanno sempre avuto fiducia in lui, qualcosa vorrà pur dire».

«Un giocatore un po’ più solido, fisicamente non esuberante ma con due buone gambe. Meno affidabile sul tiro rispetto a Wayns, per esempio: però ha grandi qualità, credo sia perfettamente complementare proprio a Wayns. Sono anche amici fin dai piccoli, dai tempi di Philadelphia: per loro giocare assieme sarà un piacere. Dà l’impressione di essere un pochettino più scafato ed esperto, anche perché conosce già il campionato italiano».

«Qualche anno fa era un giocatore interessante, sembrava avere la stazza giusta per un futuro in serie A. Magari qualche minuto di qualità potrà darlo: Moretti gli chiede intensità, situazioni di gioco e minuti che possono aiutare una squadra che vuole avere un ruolo importante in campionato. A Casale me lo ricordo come un giocatore fisico, con un buon tiro dall’arco».

«Ha grande esperienza. In questi anni italiani, sia a Barcellona Pozzo di Gotto che ad Omegna, ha dimostrato di poter giocare bene anche ai vertici. Potrà dare un buon apporto ed una certa dose di sicurezza sul rendimento, perché conosce l’Italia».

«Tecnicamente è molto interessante. Ho negli occhi il fratello Klay: si assomigliano, sia sul piano fisico che su quello del gioco, con le dovute proporzioni a livello di carriera. È un giocatore molto ben dotato, come lo era il padre, che giocò con Caserta, Portland e Los Angeles Lakers».

«Deve essere il complemento di tutto: è esperto, ha sempre fatto abbastanza bene ovunque è andato, ha esperienza internazionale e questo conta. Non è così statico come si dice, perché corre, salta, tira anche da fuori, nonostante non abbia grandissime percentuali».

«Può essere la grande sorpresa di questa stagione: è un giocatore fisico di razza friulana, una garanzia. Gran saltatore, tutto da scoprire: arriva da Agropoli in serie B, il salto è notevole. Sarà una bella scommessa».

«Un 2.08 piazzato, con una mano ben educata. Però ci sono troppe variabili per poter dire adesso se diventerà un centro importante o se faticherà. Ha molte caratteristiche utili per giocare bene con Wayns. A livello universitario faceva la differenza, 17-18 punti di media con rimbalzi. Può essere quel centro che in America fisicamente fatica, ma che in Europa domina: chissà».

«Ha avuto qualche problema fisico che in parte lo ha limitato, ma quando è stato bene, con Recalcati a Montegranaro, ha fatto bene. Ricordo una bellissima partita giocata da lui proprio a Varese, e vinta dalla Sutor. È un lungo moderno, con buon tiro e non tantissimi movimenti sotto canestro. Ha stazza ed altezza per tenere l’avversario».