Missione di Varese in Iran. Affare che vale 80 milioni

Con il premier renzi - Alla fiera IranPlast di Teheran c’è anche il consorzio Provex.Aspettative altissime

Missione Provex in Iran: 80 milioni di euro e di buoni motivi per guardare al mercato persiano. «Clima positivo, grande attenzione al “made in Italy”. È importante esserci adesso» sintetizza, che guida la delegazione del Consorzio di internazionalizzazione della Camera di Commercio alla fiera IranPlast di Teheran. Ammontano a ben 80 milioni di euro le stime dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Varese sull’export di cui il “sistema Varese” potrebbe beneficiare nell’Iran post-embargo,

contando su «almeno 60 milioni di export aggiuntivo nell’arco di quattro anni». Ecco perché ci sono grandi aspettative dalla missione imprenditoriale che la Camera di Commercio, tramite il suo Consorzio per l’internazionalizzazione Provex, ha promosso a Teheran, con la partecipazione di imprese varesine dei settori della gomma, plastica e macchinari alla fiera “IranPlast 2016”, da ieri a domenica. Tra l’altro, nei giorni in cui in Iran c’è anche il premier , che ha preso parte al Business Forum di Teheran esprimendo grande «amicizia» nei confronti dei propri interlocutori, in primis il presidenteche ha ricordato i tempi in cui l’Italia era il primo partner in Europa.
«Per noi italiani – racconta Argentiero – c’è un clima positivo, di grande apertura e accoglienza. E guardando i tg locali, notiamo che hanno dato un ampio risalto a questa visita istituzionale. Le aspettative sono elevate e positive». Stando alla Camera di Commercio di Varese, infatti, «il mercato persiano rappresenta la novità di maggior interesse nel panorama mondiale di questa prima parte dell’anno, dopo la liberalizzazione degli scambi commerciali». Un Paese giovane (il 28% della popolazione è under 18, mentre solo lo 0,8% è over 65), in crescita per popolazione (oggi 78 milioni di abitanti, 100 milioni entro il 2050) e Pil pro-capite (17.443 dollari oggi, la metà di quello italiano, stimato oltre i 22.500 dollari nel 2020).
«È un mercato che si riapre dopo tanti anni di chiusura sostanziale, quindi va conosciuto e approcciato per gradi – spiega Argentiero – è un Paese in cui ci sono molte cose da fare, perciò è importante esserci adesso, per non mettersi in coda più avanti, anche perché la presenza europea qui è molto nutrita e interessata». Opportunità da cogliere, visto che negli anni dell’embargo, le esportazioni dell’Italia sono crollate dal 7,4% al 2,3%, mentre la Cina ha avuto campo libero, facendo salire la sua capacità di penetrazione sul mercato persiano, nello stesso periodo, dall’8,7% al 36,9%. Oggi però le condizioni sono cambiate e le imprese varesine sanno che possono di nuovo far valere le proprie capacità produttive e la qualità dei beni che escono dalle loro fabbriche e dai loro laboratori anche in Iran. «Le prime sensazioni che abbiamo colto allo stand sono di grande attenzione nei confronti del prodotto italiano, che viene abbinato alla qualità. Le imprese che sono venute a trovarci si sono dichiarate entusiaste di avere l’opportunità di confrontarsi con le imprese italiane».