Mobbing in corsia al Circolo Spuntano lettere di minaccia

VARESE Minacce e bigliettini anonimi lasciati sulla bacheca del reparto di cardiochirurgia e sulla scrivania di Vittorio Mantovani. Il mobbing in corsia si arricchisce di particolari e i nuovi dettagli aprono un collegamento: il corvo che aleggia sul Circolo forse era entrato in azione molto prima dello scorso mese di febbraio quando alcuni lettere anonime avvisarono i familiari di una paziente deceduta dopo essere stata sottoposta a due operazioni a breve distanza l’una dall’altra che su quella morte potesse aleggiare l’ombra di una colpa medica. In realtà quelle lettere, che spinsero i familiari a presentare un esposto in procura con conseguente apertura di un fascicolo per omicidio colposo, lasciavano sottintendere che lo stesso Mantovani fosse membro dell’équipe che intervenne sull’anziana. Prima di quel fatto, però, il medico segnalò al primario

del reparto altri episodi inquietanti: alcuni bigliettini, sorta di pizzini, lasciati sulla sua scrivania e affissi alla bacheca del reparto.Fogli senza firma in calce che accusavano il cardiochirurgo di cose disparate; in uno addirittura si citava l’articolo del codice penale indicante l’occultamento di cadavere. Minacce, frasi che sottintendevano un’incapacità (non comprovata ad oggi) del cardiochirurgo. Quasi che qualcuno volesse mettere all’angolo Mantovani all’interno del reparto. Mobbing, appunto, che consiste nell’umiliare, isolare un soggetto gettando ombre pesanti sulle sue capacità professionali. L’azione del corvo, quindi, potrebbe aver avuto inizio (qualora si trattasse della stessa persona) molti mesi prima che le lettere anonime raggiungessero i familiari della donna deceduta.L’ipotesi più concreta è che il corvo, che a questo punto è lecito dire avrebbe preso di mira il cardiochirurgo, si annidi dentro l’ospedale.

Il servizio completo sul giornale in edicola mercoledì 17 ottobre

s.bartolini

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