«Molestie ai miei bimbi? Mi cade il mondo addosso»

Il processo - Ieri in aula la versione dell’ex maestro delle Tommaseo: «Vicino, ma non così»

– Solo un eccentrico maestro dall’abbigliamento per nulla consono a una scuola elementare o un molestatore? È tornato ieri in aula a Busto Arsizio l’ex insegnante delle elementari Tommaseo indagato per molestie su minori. Quella di ieri è stata un’udienza importante nella quale ha testimoniato l’imputato, insegnante in passato anche in altre scuole del Varesotto, ma incriminato per le presunte molestie rivolte a un bambino che frequentava le elementari di Busto nell’anno 2012-2013. Ieri il maestro ha smentito ogni addebito fatto nei suoi confronti dalla Procura di Busto Arsizio. Una vicenda dolorosa sulla quale si sta cercando di fare chiarezza.

Era finito nei guai dopo che un bambino, ma non è stato il solo, ha raccontato di presunte attenzioni che il docente gli aveva riservato. In particolare il bambino aveva raccontato di baci, massaggini e altri contatti fisici che ieri, però, il maestro ha smentito categoricamente.
«Sono stato vicino ai bambini – racconta il maestro – come contatto fisico, l’unica cosa di cui si può parlare è il contatto delle mani sulla nuca o sulla spalla, in segno di approvazione e di incoraggiamento. Massaggi, assolutamente no. Ci sono stati diversi episodi nei quali, appena entrato, i bambini dicevano: massaggi, massaggi, facciamo i massaggi, ma io non li ho mai fatti». Ci sono però testimonianze che si scontrano con la verità raccontate dal maestro: «Non ho mai preso – aggiunge – la mano del bambino appoggiandola sulla mia gamba. Non mi sono mai trovato da solo nello spogliatoio con il bambino, non ho mai abbassato i pantaloni al piccolo e tantomeno ho abbassato i miei davanti a lui. Non ho mai mostrato ai bambini nessun video pornografico».

A un certo punto il bambino che lo ha denunciato ha iniziato a collezionare assenze a causa di un grave disagio che lo stava affliggendo: «Quando me ne sono accorto – dice – sono andato dalla vicepreside per chiedere cosa stesse accadendo. Mi ha risposto di stare tranquillo, anche se sapevo che alcuni genitori si erano lamentati per come mi vestivo».
«Quando sono stato convocato in questura – racconta – e mi è stato detto cosa mi veniva contestato, mi è caduto il mondo addosso e sono crollato emotivamente. Continuo a chiedermi tutti i giorni perché quel bambino possa aver detto quelle cose. Mi sono chiesto tante cose, ma non riesco a darmi delle risposte. E continuo a non spiegarmelo». Nel frattempo si è trasferito a scuola nel Lazio, dalle parti di Ostia, ma visto il procedimento penale in corso, dopo un anno e mezzo è stato sospeso per 5 anni. Il processo riprende a maggio.