In sette anni avrebbero nascosto al fisco 38 milioni di euro, evadendo tasse per oltre 16 milioni di euro. Nei guai sono finiti marito e moglie che sulla carta risiedevano tra Montecarlo e la Svizzera, ma che in realtà erano molto varesini e, soprattutto, alle porte di Varese amministravano il loro impero.
A scoprire la maxi frode sono stati i militari della guardia di finanza di Varese che con un’indagine durata un anno circa, attraverso l’incrocio dei dati disponibili nelle banche di raccolta utilizzate dai militari e le informazioni raccolte attraverso un lavoro di intelligence, sono arrivati alla coppia di evasori. È stato dunque possibile, in questo modo, individuare in Italia i legami familiari, il centro degli interessi patrimoniali e sociali e quindi vera la residenza fiscale dei soggetti verificati, marito e moglie, che risultavano, invece, iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.), a Varese. In particolare, al termine delle verifiche, i finanzieri varesini, hanno accertato redditi non dichiarati in Italia dai soggetti verificati per circa 38 milioni di euro, per gli anni dal 2006 al 2013. La stima dell’imposta evasa supera i 16 milioni.
Grazie alla documentazione acquisita anche attraverso le indagini finanziarie, è stato possibile delineare le trame dell’evasione e ricostruire il reddito dei soggetti verificati negli anni oggetto d’indagine.I due coniugi varesini, pur essendo iscritti all’A.i.r.e, in quanto domiciliati fiscalmente prima a Montecarlo e poi in Svizzera, sono risultati nel periodo oggetto d’indagine, in realtà, rappresentati e amministratori di numerose società aventi sede in Italia. Si tratta di società che operano nei più svariati settori, dal commercio di articoli sportivi alla
costruzione e affitto di beni immobili, dalla produzione di vini e spumanti alla ristorazione. L’esame dei numerosi rapporti finanziari tessuti in tutta Italia dai due coniugi, ha permesso di rilevare inoltre numerose movimentazioni di denaro da e per l’estero che sono state oggetto di segnalazione all’agenzia delle entrate. L’attività investigativa di polizia tributaria della finanza è andata avanti con lo scopo di ricostruire l’esatta posizione fiscale dei contribuenti e adottare, di conseguenza, ogni misura utile a garantire la pretesa erariale.
I due imprenditori controllati dovranno perciò versare il pagamento delle imposte dirette per oltre 16 milioni di euro e le relative sanzioni previste dalla legge tributaria. «L’attività svolta – dicono dalla compagnia varesina della Gdf – si inquadra nell’ambito della strategia della guardia di finanza volta al contrasto dell’evasione fiscale internazionale, che oltre ad essere indicativa dell’occultamento di ricchezza all’Erario, sottende, a volte, fenomeni ben più gravi e insidiosi come il riciclaggio e il reinvestimento di proventi illeciti all’estero». Per la coppia, inoltre, i guai potrebbero non essere finiti qui. In caso di evasioni di simile portata la legge infatti prevede anche la possibilità di far valere un’azione di sequestro preventivo. I coniugi potrebbero quindi vedersi sequestrare beni mobili e immobili per un valore di 16 milioni di euro. Una misura cautelativa ai fini della confisca. Insomma lo Stato sequestra per essere certo di poter recuperare il dovuto. La coppia potrebbe anche chiedere di poter ratealizzare il pagamento, visto l’entità di quanto preteso dall’erario.